Teatro napoletano: una tradizione ultracentenaria nel nuovo post a cura di Napoli Fans
Il teatro napoletano rientra tra quelle arti più antiche della città partenopea e fu grande il suo contributo al teatro nazionale, per cui andare ad osservare da vicino questo mondo permette di entrare più nel profondo nella tradizione culturale partenopea.
In questo nuovo post di Napoli Fans vi parliamo delle figure che hanno caratterizzato il teatro napoletano e le opere più belle.
Indice dei contenuti
Il teatro a Napoli prima del ‘900: Pulcinella
Il teatro napoletano ha, come detto, una lunga storia e se si parla di una eventuale top ten delle sue opere, non si può mancare di citare le opere collegate a questo periodo e ad un personaggio, quello di Pulcinella.
Questo personaggio nasceva attorno alla fine del ‘500 e venne portato in scena da Andrea Calcese ma l’idea stessa di Pulcinella fu di Silvio Fiorillo.
Benedetto Croce disse del personaggio di Pulcinella, che questo metteva in evidenza un carattere che veniva plasmato di volta in volta proprio dagli attori che lo interpretavano, quindi il teatro ha un ruolo di rilevanza anche in tal senso, e il Pulcinella napoletano venne impiegato anche per fare satira, soprattutto sotto la dominazione spagnola.
Prima di fare un salto temporale sulle opere, va detto che Pulcinella venne impiegato dal più grande interprete di questo personaggio, macchietta e simbolo di Napoli, Antonio Petito che riuscì a trasformarlo da servo allocco a cittadino di Napoli per eccellenza, scaltro e farsesco, donandogli una veste moderna.
Fu tale trasformazione che permise a Eduardo Scarpetta di trasformare l’opera dedicata al Pulcinella.
Teatro napoletano: le opere di Raffaele Viviani ed Eduardo De Filippo
Altre opere che meritatamente devono essere iscritte di diritto nella top dieci delle rappresentazioni teatrali partenopee per eccellenza, sono legate a due nomi e simboli di Napoli:
Due autori eccelsi e sensibili alle trasformazioni della società e due personaggi considerati complementari. Le opere messe in piedi da questi due grandi nomi di Napoli si differenziano molto tra loro: da una parte De Filippo parla della borghesia e dei problemi che avvolgono questa classe sociale, ovviamente ponendo l’accento sulla crisi dei valori umani, mentre invece Viviani si concentra sul mostrare la vita della plebe, degli ambulanti e di chi mendica. Questi due esponenti del teatro napoletano sono speculari perché nei fatti vanno a colmare con un’arte, come lo è il teatro, i vuoti che una società con la sua impostazione economica tende a non voler mostrare.
Partendo da due punti di osservazione diversi, entrambi giungono quindi ad un unico obiettivo con le loro opere.
Rimaniamo un attimo sulla considerazione delle opere di Viviani, che da molti sono state considerate vicine alle avanguardie e che vennero colpite durante il periodo fascista, vietando al creativo e ribelle Viviani e non solo a lui, l’impiego del dialetto.
Inoltre in quel periodo l’opposizione alle sue opere anche a mezzo stampa e critica, fu feroce.
Le opere di Eduardo Scarpetta
Le prime tre opere di Scarpetta che secondo noi vanno inserite nella classifica delle opere teatrali napoletane più belle in assoluto sono:
- Il medico dei pazzi;
- Miseria e Nobiltà, che venne portato a teatro nel 1887 e poi rifatto nel 1914;
- O’scarfalietto (lo scaldaletto), una divertentissima opera teatrale tutta partenopea;
Nella commedia Il medico dei pazzi emerge la figura di Felice Sciosciammocca, termine che tradotto in italiano prende il significato di “soffia in bocca”, impiegato come parola dialettale per identificare una persona ingenua e facilona nel credere a qualunque cosa.
Il periodo d’oro di Edoardo, Peppino e Titina De Filippo
All’epoca neorealista del teatro napoletano, Eduardo De Filippo lavorò con Scarpetta, ma successivamente i tre presero il largo con la loro personale creatività, dando vita a nuove opere che sono poi entrate anch’esse nella storia del teatro napoletano.
Un titolo su tutti? Quello che vede insieme due geni, Eduardo e Titina:
- Filumena Marturano, opera del 1946 divenuta famosa in breve tempo e ancora oggi ricordata;
Filumena Marturano è una commedia teatrale in tre atti, scritta da Eduardo De Filippo e inserita dallo stesso nella raccolta Cantata dei giorni dispari. Si tratta di uno dei lavori di questo autore, tra le più conosciute e apprezzate dal pubblico e dalla critica, non solo italiana. Eduardo ne trasse anche il film omonimo, datato 1951.
Ma Filumena Marturano non è l’unico capolavoro dei De Filippo, poiché c’è un altro titolo da considerare come opera meritevole di entrare in un’ipotetica classifica delle opere teatrali napoletane più belle:
- Natale in casa Cupiello, datata 1931, una tradizione del teatro napoletano e una delle opere da vedere e rivedere durante le feste natalizie, che racconta al meglio le tradizioni natalizie di una famiglia napoletana, tra realtà, risate e un pizzico di malinconia nel finale;
Totò e il teatro
Totò entra a teatro con una compagnia nel 1928, prima di questa data vi sono solo speculazioni e voci sulla carriera teatrale del principe De Curtis.
I teatri nei quali debuttò furono comunque piccoli e vicini alla zona Ferrovia. In più prese parte a delle recite in provincia assieme alla famiglia De Filippo.
“Totò è il teatro”, ebbe a dire Mario Castellani, e in effetti lui nacque in teatro anche se spesso viene ricordato per le pellicole nelle quali fece la sua comparsa. Per cui il Genio della Risata andava ricordato, visto che portò moltissime opere di avanspettacolo a teatro in diversi anni del ‘900.
E in conclusione..Massimo Troisi!
Massimo Troisi, ovvero considerato il “nuovo Pulcinella”. Se da Pulcinella abbiamo iniziato questa nostra avventura nella tradizione del teatro a Napoli, con Pulcinella la concludiamo.
Troisi riallaccia i fili della tradizione teatrale partenopea e lo fa come macchietta e caricando di sarcasmo le sue scene, di quella finta ingenuità che lo caratterizzava, e quindi non poteva non entrare nella nostra classifica dei migliori di sempre, basta solo nominare “La Smorfia”, con Enzo De Caro e Lello Arena e chi ama ed ha amato il teatro sorride piacevolmente, ricordando questo personaggio eclettico, che riprese le icone del teatro dei primi del ‘900 e le attualizzò.
Il teatro napoletano è ricco di personaggi e opere famose. Qual è la vostra preferita?