Quartiere Sanità: origini, storia e attrattive nel post di Napoli Fans
Il quartiere Sanità, Napoli, si sviluppò urbanisticamente nel XVII secolo, a partire dalla costruzione della Basilica di Santa Maria della Sanità, e diventò in breve tempo l’area prescelta da nobili e borghesi per le proprie dimore.
In questo post a cura di Napoli Fans vedremo insieme le origini, la storia e le attrattive del quartiere Sanità di Napoli: buona lettura da tutto lo staff!
Indice dei contenuti
Le origini e la storia del Rione Sanità
Il Rione Sanità è una delle zone meno considerate dai turisti, in maniera ingiusta però, perché i palazzi, le chiese, l’atmosfera che si respira meritano una visita.
Visitandolo si superano i pregiudizi che si porta dietro e si rimarrà sedotti da questo quartiere napoletano, incredibilmente diverso dal resto della città.
Appena arrivati alla Sanità la prima cosa che si nota è l’imponente Ponte, detto della Maddalena, edificato agli inizi del 1800 dai francesi, che aveva la funzione di collegamento della Reggia di Capodimonte con il resto della città senza dover passare attraverso gli stretti vicoli del vallone della Sanità.
Il Rione Sanità è una zona popolare e folkloristica di Napoli, bella ed unica, è tagliata al centro da via Santa Teresa degli Scalzi ed è famosa per aver dato i natali ad uno dei più celebri attori napoletani: Totò.
L’aspetto è quello di un bellissimo quartiere ma che presenta però, in alcune aree, zone di degrado urbano. Il borgo rimase fuori dalle mura cittadine e fu destinato ad essere una necropoli, assumendo nel tempo un suo stile che lo rende tutt’oggi diverso da tutte le altre zone di Napoli. Alla fine di via Santa Teresa degli Scalzi e percorrendo tutto Corso Amedeo di Savoia, si arriva al Museo ed al bosco di Capodimonte, due eccellenze della città di Napoli.
Nel Rione Sanità sono stati girati diversi film:
- “L’oro di Napoli” di Vittorio de Sica con Totò, Sophia Loren, Silvana Mangano, Eduardo De Filippo;
- “Viaggio in Italia”, di Rossellini, con Ingrid Bergman;
- “Ieri, oggi e domani” con Sophia Loren e Marcello Mastroianni;
- “Il Fantasma di Via Sanità”, di Nanni Loy;
Ma quali sono le principali attrazioni di questo quartiere? Vediamole insieme in questa breve guida.
Cimitero delle Fontanelle
Il Cimitero delle Fontanelle è divenuto famoso per la grande quantità di ossa che vi si trovano, ma originariamente esso non era un luogo di sepoltura, bensì una cava di tufo.
A seguito della peste del 1656 e poi del colera nel 1836, al fine di fare spazio nei cimiteri cittadini, le ossa riesumate vennero trasferite e accatastate qui alle Fontanelle, luogo che nei secoli acquisì anche un’importanza simbolica. Infatti diventato un vero e proprio cimitero, l’ossario cominciò ad attirare molti fedeli che giungevano per rendere omaggio ai defunti e radunando gli scheletri provenienti da diversi cimiteri, senza fare caso alla classe sociale o alla provenienza, fece aumentare il senso popolare che vede la morte paragonata a una livella (celebre la poesia di Totò, tra l’altro originario di questo quartiere e del quale parleremo più avanti) ovvero a una condizione che, indipendentemente da chi tu sia, prima o poi tende a portare le persone ad un livello di uguaglianza.
La forte componente superstiziosa della cultura locale ha portato a credere che i teschi dei defunti potessero portare del bene alla persona che se ne fosse presa cura. È così che iniziò il rito delle anime pezzentelle, ovvero la pratica di scegliere e prendersi cura di un teschio affinché il defunto potesse fare del bene alla persona o alla famiglia che se ne occupava.
Questo rito vive tutt’ora e molte sono le capuzzelle ripulite dalla polvere e omaggiate con regali e accessori, quali fazzoletti o foulard su cui giacere, oggetti simbolici legati all’anima del defunto o perfino delle casette in legno dove sentirsi più protette.

Basilica di Santa Maria della Sanità
Questa basilica napoletana, che è nota anche come Chiesa di San Vincenzo alla Sanità, venne eretta a partire dal 1577, anno in cui venne ritrovata, nelle sottostanti catacombe, un’icona raffigurante la Madonna e risalente al V secolo.
All’interno della chiesa sono molte le opere di grande interesse, ma l’attenzione è senza dubbio catturata dal pulpito, realizzato da Dionisio Lazzari, che si trova in posizione piuttosto centrale. Alle sue spalle, ancora più appariscente, si trova lo scalone monumentale barocco che conduce alla zona absidale, mentre sotto di esso si trova la cripta, primo antico nucleo del luogo di culto, che, un tempo, era ben differente, dotata di numerose aperture che davano accesso alla catacomba direttamente.
Desiderosi di dare prestigio alla basilica e di attirare fedeli, decisero di acquistare le reliquie di 13 santi che vennero riposte negli altari laterali creati con la chiusura degli accessi alla cripta.
Lo stile predominante in tutta la struttura è il barocco e la chiesa è dedicata a San Vincenzo, anche soprannominato l’Angelo dell’Apocalisse, raffigurato con le ali, la tromba e il libro della Bibbia. Del santo si trova una statua molto venerata dai fedeli.

Catacombe
Sotto la Basilica di Santa Maria della Sanità sorge quello che era il secondo cimitero paleocristiano più importante della città. Sono ben nove le catacombe ed i complessi ipogei sotto il Rione Sanità, di cui solo alcuni sono stati portati alla luce, tra cui figurano le catacombe di San Gennaro e San Gaudioso.
Catacombe di San Gaudioso
San Gaudioso era il vescovo di Abitine, in Tunisia ed arrivò a Napoli per un evento fortuito, dopo l’invasione dei Vandali, infatti, non volle convertirsi all’arianesimo, così il re Genserico lo imbarcò su una nave senza vele né remi insieme ad altri esuli cristiani, tra cui Quodvultdeus, vescovo di Cartagine. Alla sua morte, fu sepolto tra il 451 e il 453 d.C. nell’area cimiteriale di Napoli, e il luogo della sua sepoltura diventò ben presto oggetto di culto. Da lì cominciò ad espandersi il cimitero ipogeo paleocristiano poi diventate Catacombe di San Gaudioso. Le Catacombe vennero ampliate in seguito alla sepoltura del vescovo nordafricano.
La Catacomba di San Gaudioso è la seconda per ampiezza di Napoli, e in essa convivono elementi paleocristiani e del XVII secolo. Da un lato, l’intensità degli elementi paleocristiani, come la tomba di San Gaudioso, gli affreschi e i mosaici del V-VI secolo, dall’altro le particolari sepolture riservate ai nobili, risalenti al Seicento, quando le catacombe ripresero la funzione di sito sepolcrale.
La catacomba di San Gaudioso conserva pregevoli affreschi e mosaici del V e VI secolo in cui sono presenti molti simboli particolarmente diffusi nella prima età cristiana, come il pesce, l’agnello, la vite con i tralci.
Tuttavia, è difficile stabilire con certezza l’ampiezza e il numero di ambienti, a causa delle numerose trasformazioni che hanno subito le Catacombe: dopo l’abbandono, le Lave dei Vergini le invasero e ne ostruirono l’accesso, mentre alcune parti furono modificate o colmate per poter costruire la Basilica.
Catacombe di San Gennaro
Le Catacombe di San Gennaro sono disposte su due livelli non sovrapposti, entrambi caratterizzati da spazi estremamente ampi, a differenza delle più famose catacombe romane. Questo grazie alla lavorabilità e alla solidità del tufo.
Il nucleo originario delle Catacombe di San Gennaro risale al II secolo d.C., si tratta, probabilmente, del sepolcro di una famiglia gentilizia che poi donò gli spazi alla comunità cristiana.
L’ampliamento iniziò nel IV secolo d.C. in seguito alla deposizione delle spoglie di Sant’Agrippino, primo patrono di Napoli, nella basilica ipogea a lui dedicata.
Un’unica navata scavata nel tufo, che conserva ancora una sedia vescovile ricavata nella roccia e l’altare con un’apertura, in cui i fedeli potevano vedere e toccare la tomba del santo.
Le catacombe di San Gennaro sono un pezzo importante della storia della città fortemente intrecciata con quella del suo santo protettore, San Gennaro, appunto, le cui spoglie furono traslate nelle catacombe esistenti nel V secolo. Da allora, questi luoghi di sepoltura cimiteriale sono diventate meta di pellegrinaggio fino alla fine del IX secolo. Dimenticate nei secoli, sono state riscoperte in tempi recenti.
Le Catacombe di S. Gennaro si compongono di due livelli non sovrapposti. Il nucleo originario risale a un lungo periodo tra la fine del II e gli inizi del III secolo. Dal cosiddetto “vestibolo inferiore” nei secoli successivi si sono sviluppati gli ambulacri della catacomba inferiore secondo uno schema di scavo ampio ed orizzontale.
La catacomba superiore, originata da un antico sepolcro detto “vestibolo superiore”, è noto per gli affreschi della volta della fine del II secolo e per la piccola “cripta dei vescovi” ubicata presso la tomba di San Gennaro dove vennero sepolti alcuni dei primi Vescovi napoletani, mentre la maestosa “basilica maior” è frutto di un’ampia trasformazione dei vicini ambienti realizzata quando, nel Sec. V, vi fu traslato il santo.
L’accesso alle catacombe oggi è possibile sia dal piazzale della basilica dell’Incoronata del Buon Consiglio a Capodimonte, sia dalla Basilica di San Gennaro extramoenia.
Il complesso catacombale di San Gennaro è di straordinaria estensione e si presenta unico, ma è il risultato di ampliamenti e fusioni di ipogei un tempo separati.
I palazzi del Rione Sanità
Sono diversi i Palassi del Rione Sanità, che catturano l’occhio del visitatore, il primo tra tutti Palazzo Sanfelice, un edificio monumentale con spettacolari scalinate intrecciate e impreziosite da giochi di archi e prodezze architettoniche che ne conferiscono una sensazionale leggerezza.
Un altro palazzo fine ed elegante è Palazzo dello Spagnolo, esempio monumentale di architettura in stile barocco napoletano.

Casa di Totò
Al civico 109 di via Santa Maria Antesaecula è nato Totò. Ha vissuto qui fino all’età di 24 anni, quando si trasferì a Roma con la famiglia. La casa appartiene già da qualche anno a privati, vi assicuriamo che solo passarci vi creerà tanta emozione.
A proposito del grande attore napoletano a breve nel palazzo Spagnuolo nascerà il Museo dedicato alla carriera artistica di questo straordinario personaggio.
Il nostro post dedicato al Rione Sanità di Napoli termina qui. Alla prossima con i post di Napoli Fans!