Luigi Vanvitelli: bio del famoso architetto e pittore napoletano, nel post di Napoli Fans
Bentrovati su Napoli Fans, dove oggi vi parleremo di uno dei personaggi napoletani più importanti di sempre: stiamo parlando di Luigi Vanvitelli, famoso architetto e pittore partenopeo, che può essere considerato come uno dei massimi esponenti del Rococò e del Neoclassicismo in città e non solo.
Sue le numerose opere d’arte in giro per la città partenopea e nell’antico Regno delle Due Sicilie. A lui si deve la Reggia di Caserta, l’acquedotto Carolino, Palazzo Doria d’Angri, palazzo Calabritto a Cercola, la casina Vanvitelliana a Bacoli, a Roma invece si occupa del restauro della Basilica di Santa Maria degli Angeli. Infine da segnalare anche la costruzione di un’isola artificiale ad Ancona, dove vi costruisce il grande Lazzaretto e la chiesa del Gesù.
Qui ne ripercorriamo la vita e le principali opere realizzate. Buona lettura da Napoli Fans!
Indice dei contenuti
Luigi Vanvitelli: gli inizi
Luigi Vanvitelli nasce a Napoli il 12 maggio del 1700, da Anna Lorenzani e papà olandese, Gaspar van Wittel, che si trova in città per lavorare al cantiere del Palazzo Reale su invito del vicerè Luigi Francesco de la Cerda, duca di Medinaceli, da cui il Vanvitelli trae il nome di Luigi.
Da piccolo si trasferisce a Roma con la famiglia e si forma artisticamente con l’aiuto del padre e del nonno Andrea Lorenzani. Nel 1715 viene indirizzato verso l’architettura da Filippo Juvarra, impegnato in quei mesi nella progettazione della Sagrestia Vaticana. Intanto continua la sua gavetta con il papà, che assiste durante i suoi lavori nella capitale.
Il Vanvitelli nel 1726 fu nominato aiuto architetto di G. Antonio Valerio a San Pietro.
Il primo vero lavoro di Luigi Vanvitelli è il restauro del palazzo Albani a Urbino nel 1728 e continua il suo lavoro in città, con l’inserimento della cappella Albani nella chiesa di San Francesco. Questi lavori sono ben accolti dalla curia, che apprezza la qualità del lavoro di Luigi. Ed è così che commissionano anche l’acquedotto del Vermicino. Più tardi realizza infine la Fontana di Vermicino, a Frascati.
Non tutti sanno che Luigi Vanvitelli partecipa ad un concorso volto alla costruzione della Fontana di Trevi a Roma e del rifacimento della facciata della Basilica di San Giovanni in Laterano. Nonostante i progetti non siano accettati, le sue bozze destano interesse nella commissione che doveva scegliere a chi affidare i lavori.
Le opere ad Ancona e Loreto
Dopo Roma, la vita di Luigi Vanvitelli si snoda alla volta di Ancona e Loreto, dove realizza delle bellissime opere, tra le quali spicca il grande Lazzaretto, un edificio che sorge su un’isoletta artificiale da lui costruita, di forma pentagonale.
Nel frattempo però Il Vanvitelli perde entrambi i genitori nello stesso anno, il 1736. Successivamente si sposa con la figlia di un contabile della fabbrica di San Pietro, Olimpia Starich, dalla quale avrà ben 8 figli. In quel periodo realizza la chiesa del Gesù, la Porta Clementina, Palazzo Jona Millo, rifà la facciata della chiesa di Sant’Agostino. Altre opere in generale sono realizzate nelle Marche, soprattutto a Pesaro, dove realizza, ad esempio, la chiesa della Maddalena.
Dopo un ulteriore periodo a Roma, decide di trasferirsi nuovamente a Napoli, alla corte dei Borbone, per la realizzazione di alcune opere architettoniche, che sono rimaste nella storia e tutt’ora esistenti, tra le quali spiccano la Reggia di Caserta e l’acquedotto Carolino.
Il periodo napoletano
Carlo di Borbone decide di assegnare al Vanvitelli la realizzazione della Reggia di Caserta, opera sontuosa fatta realizzare sulla falsa riga della Reggia francese di Versailles.
L’opera è realizzata a Caserta per offrire ai regnanti un luogo fertile, salubre e lontano dal mare, il ché offriva la possibilità di un’eventuale fuga. Nel gennaio del 1751 l’opera è assegnata a Vanvitelli. La posa della prima pietra viene celebrata in una solenne cerimonia tenutasi il 20 gennaio del 1752.
Sulla pietra Vanvitelli incide queste parole:
«Stet Domus, et Solium, et Soboles Borbonia, donec Ad superos propria vi lapis hic redeat»
che tradotto in italiano significa: «Da Reggia, il Soglio, il Regal Germe regga, finché da se la pietra il Sol rivegga».
Il cantiere per la costruzione della Reggia è enorme: vi lavorano infatti circa tremila persone, con diverse funzioni. Realizzare quest’opera è tutt’altro che semplice, vista la grandiosità della stessa. Dopo aver trovato anche l’acqua per essere utilizzata per la realizzazione dei giochi d’acqua e del funzionamento delle fontane, realizza per l’occasione quello che viene denominato Acquedotto Carolino.
Nel frattempo, Il Vanvitelli non si occupa solo della Reggia, ma realizza anche altre importanti opere in giro per il Regno di Napoli, soprattutto nella capitale del Regno.
In città dirige, infatti, la ristrutturazione della basilica della Santissima Annunziata Maggiore, la costruzione del Foro Carolino (oggi Convitto Nazionale), la caserma di Cavalleria Borbonica, la facciata e la sagrestia della chiesa di San Luigi di Palazzo, la chiesa di San Marcellino, di quella della Rotonda, palazzo Fondi, palazzo Doria d’Angri, oltre che il restauro del palazzo Reale, di villa Campolieto a Ercolano e del teatro San Carlo di Napoli. Non contento, effettua anche altri lavori a Benevento e in Puglia. Non sa più come riuscire a realizzare tutti i lavori che gli vengono richiesti in giro per l’Italia!
Gli ultimi anni e la morte
Il periodo d’oro di Vanvitelli termina quando muore re Ferdinando VI e Carlo di Borbone è richiamato in Spagna. Il Regno viene ereditato così da Ferdinando IV, chiamato “O rre piccirillo” per la sua salute cagionevole, che non gli consente di prendere decisioni. Le opere da realizzare vengono così dirette da Bernardo Tanucci, che non vede di buon occhio Luigi Vanvitelli e lo esclude dalle opere da realizzare.
Ormai anziano, Luigi si occupa dell’allestimento degli apparati effimeri per il matrimonio di Ferdinando IV con Maria Giuseppa, e dopo la morte della consorte, con la seconda moglie Maria Carolina, celebrato nel 1768.
Luigi Vanvitelli muore a Caserta il 1 marzo del 1773 e viene sepolto presso la chiesa di San Francesco di Paola, sempre a Caserta.
Alla sua morte, il figlio Carlo, anch’egli architetto, completa finalmente l’opera paterna della Reggia.
Il nostro approfondimento dedicato a Luigi Vanvitelli e alle sue straordinarie opere, termina qui. Alla prossima con le biografie e le storie degli uomini che hanno fatto grande la città di Napoli!