Acquedotto Carolino: una delle opere più importanti di Luigi Vanvitelli

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Istvánka at hu.wikipedia, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons

Acquedotto Carolino: una delle opere più importanti di Luigi Vanvitelli oggi su Napoli Fans

Dopo avervi parlato del grande architetto napoletano Luigi Vanvitelli, vogliamo proseguire sullo stesso tema, proponendovi una della sue opere più famose dopo la Reggia di Caserta: stiamo parlando dell’Acquedotto Carolino, un complesso sistema idrico che si snoda per un totale di 38 km, che consente di far arrivare l’acqua nel complesso di San Leucio e alla stessa Reggia.

Riconosciuto nel 1997 come Patrimonio Unesco, questa complessa opera ingegneristica è stato uno dei vanti del Regno di Napoli e una delle opere più apprezzate d’Europa, a quel tempo.

Vediamo meglio la sua storia nelle righe che seguono: buona lettura da Napoli Fans!

Acquedotto Carolino: storia

L’Acquedotto Carolino viene commissionato a Luigi Vanvitelli da Carlo di Borbone, da cui l’appellativo Carolino. I lavori iniziano nel 1753 e durano 16 anni circa.

L’obiettivo è rifornire l’acqua al complesso di San Leucio e alla Reggia di Caserta, quest’ultima la quale aveva estremo bisogno di acqua per alimentare fontane e piscine.

Per fare questo lo stesso Vanvitelli individua, utili allo scopo, le acque provenienti dalle falde del monte Taburno, dalle sorgenti del Fizzo e del Bucciano, queste ultime situate nel territorio di Airola, comune odierno in provincia di Benevento.

Le condotte in ferro sono realizzate nelle 8 ferriere costruite dallo stesso Vanvitelli in Calabria.

L’acquedotto conduce l’acqua in numerosi luoghi e ha consentito negli anni anche la sperimentazione nella coltura di piante esotiche e non autoctone.

I ponti

L’acquedotto per trasportare l’acqua nelle diverse destinazioni, si serve di alcuni ponti. Questi sono rappresentati da:

  • Ponte della Valle di Maddaloni, riconosciuto come patrimonio Unesco nel 1997, realizzato come modello di acquedotto romano e ancora oggi perfettamente conservato;
  • Ponte Nuovo, detto Ponte Carlo III, dell’altezza massima di circa sei metri, una lunghezza di circa 130 m. Qui troviamo anche due lapidi celebrative dedicate a Re Carlo e la consorte Amalia;
  • Ponte della Valle di Durazzano, conosciuto come Ponte Taglione, che Bernardo Tanucci si rifiuta di intitolare al sovrano Ferdinando IV su invito dello stesso Luigi Vanvitelli, che voleva dedicarlo al “re piccirillo”;