Teatro San Carlo: origini e storia del Massimo Napoletano

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Teatro San Carlo: origini e storia del famoso teatro, nel post a cura di Napoli Fans

Il Teatro di San Carlo (meglio conosciuto come Teatro San Carlo) è un teatro lirico situato nella città di Napoli ed è situato in Via San Carlo 98 F, adiacente Piazza Trieste e Trento. E’ uno dei teatri più celebri e prestigiosi del mondo, nonchè uno dei più antichi in assoluto.

Questo è composto da un’ampia platea, da cinque diversi ordini di palchi disposti a ferro di cavallo, in più è presente un parco reale, un loggione e un palcoscenico.

Viste le sue dimensioni e la sua struttura antica, è stato il modello per le successive costruzioni di altri teatri d’Europa. E’ stato il primo teatro in cui è stata istituita una scuola di danza all’interno.

E’ stato dichiarato il Teatro più bello del mondo ed entrato a far parte del Patrimonio Unesco.

In questo post a cura del nostro portale e dedicato alla cultura, vediamo insieme la storia di uno dei teatri più importanti d’Italia e del Mondo: benvenuti al Teatro San Carlo di Napoli!

Il Settecento

L’edificio è stato fondato per volere del re Carlo di Borbone, da cui prende il nome, e l’inaugurazione del Massimo Napoletano avvenne proprio il giorno dell’onomastico del re, ossia il 4 novembre del 1737. Il teatro stato costruito dagli architetti Giovanni Antonio Medrano e Angelo Carasale. L’Achille in Sciro fu la prima opera ad andare in scena. All’inizio si tenevano solo spettacoli di opera seria, perchè l’opera buffa avveniva in altre sedi, come ad esempio il Teatro Mercadante.

Nei primi anni si esibivano soltanto artisti napoletani proveniente dai vari conservatori della città. Tra i più celebri possiamo ricordare: Leonardo Leo, Niccolò Porpora, Niccolò Jommelli, Giovanni Paisiello e Leonardo Vinci.

Col passare degli anni, il Teatro San Carlo divenne sempre più conosciuto al punto tale da richiamare l’attenzione di molte figure prestigiose di fama internazionale.

Nel 1752 andò in scena ad esempio Clemenza di Tito di Christoph Willibald Gluck, nel 1761 il Catone in Unica e nel 1762 l’Alessandro nell’Indie di Johann Christian Back.

Diversi anni dopo, tra gli ospiti del noto teatro napoletano ci furono note personalità: Friedrich Handel, Franz Joseph Haydn e addirittura Mozart.

A fine Settecento, invece, Domenico Cimarosa fu ospite al San Carlo. Era una figura di spicco in quegli anni perchè era uno dei più grandi compositori d’Europa e uno dei più celebri esponenti della scuola musicale napoletana. Portò in scena nel 1782 L’eroe cinese di Pietro Metastasio.

L’Ottocento

Nell’Ottocento, più precisamente nel 1808, Gioacchino Murat diventò re e l’impresario che si occupava della gestione del teatro divenne Domenico Barbaja.

Nel 1811, Antonio Niccolini avviò così i lavori di ristrutturazione e modificò la facciata, rendendola in stile neoclassico. Anni dopo, più precisamente nel 1817, Niccolini fece altre ristrutturazioni a causa di un incendio che distrusse completamente la sala interna. I pittori Antonio, Giovanni e Giuseppe Cammarano dipinsero un affresco sul soffitto, che rappresenta Apollo che presenta a Minerva i più grandi poeti del mondo.

L’acustica del San Carlo è considerata da sempre impeccabile. L’evento che ha contribuito maggiormente al raggiungimento di questo risultato è quando, nel 1816, il soffitto del teatro venne sollevato. Niccolini e Cammarano crearono il velario (la tela di Cammarano), in una posizione sotto-elevata rispetto al tetto. Questo meccanismo fa sì che si crei una sorta di camera acustica, che aumenta considerevolmente la qualità dei suoni. L’acustica è considerata impeccabile anche per il fatto che non si altera in base alla posizione degli spettatori. Fondamentali per l’acustica sono anche le balaustre e gli elementi decorativi dell’interno, perchè i materiali e le tecniche di esecuzione di questi ultimi fecero in modo che il teatro assorbisse il suono nel migliore dei modi.

Camillo Guerra e Gennaro Maldarelli aggiunsero in seguito dei particolari decorativi, come ad esempio l’orologio nel sottarco del proscenio, in cui il Tempo indica lo scorrere delle ore, mentre la Sirena delle arti prova a trattenerle (metaforicamente parlando vuol dire che l'”arte non ha tempo”).

Dal 1815 al 1822 il direttore musicale del teatro divenne Gioacchino Rossini, che in quegli anni visse uno dei periodi più floridi della sua carriera. Il 4 ottobre 1815 ci fu la prima assoluta di Elisabetta, regina d’Inghilterra.

Dopo Rossini, ci fu Gaetano Donizetti dal 1822 al 1838 come direttore musicale al Teatro San Carlo. Egli aveva stipulato un contratto con Barbaja che lo obbligava a comporre almeno 4 opere all’anno. Proprio per questo motivo, l’attività di Donizetti fu inarrestabile in quegli anni e mandò in in onda circa 19 opere, tra cui L’esule di Roma, Elisabetta al castello di Kenilworth, Fausta e Maria Stuarda.

Nella seconda parte del regno di Ferdinando II, la censura venne applicata anche in ambito teatrale e questo inasprì molto i rapporti con Giuseppe Verdi. Inizialmente erano proibite le messe in scena di due opere del famoso compositore, Il Trovatore e Un ballo in maschera. Nonostante le diverse vicissitudini, il rapporto con Verdi si rivelò molto proficuo e vennero ospitate diverse sue opere, tra cui citiamo Nabucco, l’Attila, Ernani ed Oberto.

Il Novecento e il Duemila

Nella prima parte del ventesimo secolo, anche se il teatro fu fortemente colpito dalle due guerre mondiali, si cominciò a notare un’influenza da parte delle tendenze musicali di quel periodo. Infatti non andavano più in scena tenori e direttori d’orchestra, ma bensì le composizioni, che divennero sempre più frequenti negli spettacoli del Massimo Napoletano.

Il Teatro San Carlo fu anche il primo a riaprire in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Karl Böhm, nel 1949, a conflitto mondiale terminato da pochi anni, diresse la prima di Wozzeck di Alban Berg. Nel 1960 avviene la prima italiana di Der Mond di Carl Orff.

Verso la fine del Novecento iniziarono altri lavori di ristrutturazioni, soprattutto dei palchi, ma durarono poco: infatti nel 1990 andò in scena la rappresentazione della Carmina Burana di Carl Orff che riscosse un grande successo.

I lavori del 2009 avevano invece l’obiettivo di ristrutturare foyer, bagni, scale e vani ascensori e tutto l’impianto tecnologico del teatro. L’opera che invece andò in scena nel giorno di riapertura fu il Peter Grimes di Benjamin Britten, diretto da Paul Curran.

Tra i cantanti che si sono esibiti al teatro San Carlo possiamo citare Fernando De Lucia, Beniamino Gigli, Ferruccio Tagliavini, Luciano Pavarotti, Plácido Domingo e molti altri.

Spiccano, nella storia del teatro San Carlo, anche tantissimi musicisti e direttori d’orchestra come Fritz Kreisler, Arturo Benedetti Michelangeli, Arthur Rubinstein, Jacqueline du Pré, Arturo Toscanini, Igor’ Fëdorovič Stravinskij, Leonard Bernstein e l’italiano Riccardo Muti.

La scuola di ballo del Teatro San Carlo

Re Carlo I di Borbone decise sin da subito di introdurre le coreografie all’interno delle opere. Gaetano Grossatesta fu il primo coreografo del Teatro e ricoprì questo ruolo per oltre trent’anni, componendo le musiche di tutti i suoi balletti.

Prima c’era l’usanza di far coincidere la figura di compositore e coreografo, ma la situazione cambiò grazie a Salvatore Viganò, il quale introdusse il balletto d’azione e il coreo-dramma.

Nel 1812, al San Carlo, venne istituita l’interna scuola di ballo, considerata la più antica d’Italia per ciò che concerne la danza. Tra le danzatrici più famose del Massimo Napoletano ricordiamo nomi di Amelia Brugnoli, Fanny Cerrito e Fanny Elssler e Carlotta Grisi. Tra i coreografi, invece, spicca il nome di Salvatore Taglioni, che fu direttore dei balli dal 1817 al 1860.

La danza al San Carlo si è sempre adeguata ai gusti della società, per cui ha subito molte trasformazioni negli anni.

Alla fine del conflitto mondiale, la Compagnia del San Carlo ritornò ad essere una delle più prestigiose del mondo, ospitando celebri artisti come Margot Fonteyn, Carla Fracci, Ekaterina Maximova e Rudolf Nureyev.

Recentemente hanno danzato come ospiti Roberto Bolle, Ambra Vallo, Eleonora Abbagnato. L’attuale direttore è Giuseppe Picone.

Curiosità sul Teatro San Carlo

Dal 1º ottobre 2011, adiacente al teatro, è stato inaugurato il MEMUS (acronimo che sta per “memoria” e “museo”), un museo storico che ripercorre la storia del San Carlo e dell’opera napoletana e italiana.

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renato agostini, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

Il nostro post dedicato al Teatro San Carlo termina qui. Alla prossima con i nostri approfondimenti sulla cultura e sulla musica