Poeti napoletani famosi: la nostra top 10

salvatore di giacomo

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Senza la sua storia e la sua cultura, Napoli non sarebbe quella città così peculiare, così unica da poter essere riconosciuta in un singolo scorcio, una parola, un rito scaramantico, un’immagine. I poeti napoletani tendono a ricostruire in chiave poetica questi aspetti che hanno reso famosa questa città.

A preservare Napoli quindi, a rendere unico il suo fascino, a rimarcare le sue bellezze in giro per il mondo ci ha pensato la poesia napoletana e i poeti napoletani famosi.

Per molti, Napoli è una poesia, che ti fa sorridere, che ti fa amare, che ti fa piangere, una città dalle mille sfumature, complicazioni, bellezze. La città partenopea è una commistione di mare e spiriti, di sole e di voce, in un rapporto d’amore continuo.

Ma quali sono i 10 poeti napoletani che hanno più reso celebre Napoli nel mondo? Scopriamoli insieme!

Salvatore Di Giacomo

Nato a Napoli il 12 marzo 1860, Salvatore Di Giacomo è stato un poeta, drammaturgo e saggista italiano. Fu autore di molte notissime poesie in lingua napoletana (molte delle quali poi musicate), che costituiscono una parte importante della cultura popolare partenopea.

Figlio di un medico e di una musicista, Di Giacomo frequentò per volere della famiglia la facoltà di medicina, ma nel 1886 abbandonò gli studi per diventare redattore della pagina letteraria del Corriere del Mattino.

In seguito lasciò il Corriere e passò al Pro Patria prima e alla Gazzetta poi.

Fu tra i fondatori, nel 1892, della nota rivista di topografia ed arte napoletana, Napoli nobilissima.

Dal 1893 ricoprì l’incarico di bibliotecario presso varie istituzioni culturali cittadine (Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Maiella, Biblioteca universitaria, Biblioteca nazionale).

Nel 1902 divenne direttore della Sezione autonoma Lucchesi-Palli della Biblioteca nazionale e dal 1925 al 1932 ricoprì la qualifica di bibliotecario capo.

Aderì al Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925 e fu nominato Accademico d’Italia nel 1929.

Tra le tante canzoni di successo di cui scrisse il testo ci sono anche Era de maggioLuna novaPalomma ‘e notteCarulì‘E spingule francese.

salvatore di giacomo

Salvator Rosa

Pittore, incisore e poeta italiano, nato a Napoli nel 1615, fu un personaggio eterodosso e ribelle e dalla vita movimentata, con atteggiamenti quasi preromantici.

Come poeta napoletano, la sua opera principale resta le Satire in terzine, che, pubblicate postume ebbero una certa circolazione durante la vita di Rosa, tanto da suscitare polemiche e maldicenze.

Le prime tre costituiscono una riflessione sulle arti: 

  • La musica, in cui è condannato il fasto eccessivo di cui vengono circondati cantanti e musici; 
  • La poesia, contro gli eccessi del secentismo; 
  • La pittura, in cui Rosa ripudiava la pittura di genere.

Ad esse seguirono La guerra, in cui prendendo spunto dalla rivolta di Masaniello si criticavano il malgoverno dei principi italiani e l’ingerenza francese e spagnola, e L’invidia, nella quale Rosa polemizzava con i suoi detrattori.

D’intonazione più pensosa sono le ultime due satire: Babilonia, sui costumi corrotti della Roma dell’epoca, e Tirreno, triste soliloquio del poeta sulla vanità della sua opera.

Totò

Conosciuto come uno dei più grandi attori di sempre, Totò si distinse anche al di fuori della recitazione, lasciando contributi come drammaturgo, poeta, paroliere, compositore e cantante.

Se “Malafemmena” è la canzone più conosciuta, tra le poesie è certamente “A livella”, i cui primi versi sono apparsi nel 1953 in appendice del libero “Siamo uomini o caporali?” Il suo libro più famoso è appunto “A livella” pubblicato nel 1964, che raccoglieva 26 poesie che Totò aveva scritto a partire dagli anni ’50.

Un secondo libro, dal titolo “Dedicate all’amore” venne pubblicato, in occasione del decennale della sua morte, per opera di Franca Faldini e che raccoglieva buona parte delle poesie che Totò aveva dedicato alla compagna, con cui aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita.

totò

Eduardo De Filippo

Autore teatrale, attore e regista nato a Napoli nel 1900. Tra le figure più eminenti del teatro italiano del Novecento, per la sua abilità di autore e la sensibilità di interprete che faceva perno sulla sottile rarefazione dei mezzi espressivi e su una raffinata tecnica espressiva.

Dapprima in parallelo con l’esperienza teatrale svolta con i fratelli De Filippo, in seguito con compagnie proprie si impose sulla scena teatrale italiana con una serie di lavori drammatici che hanno avuto grande successo anche fuori d’Italia: Napoli milionaria (1945), Questi fantasmi (1946), Le bugie con le gambe lunghe (1947), La grande magia (1948), Le voci di dentro (1948), La paura numero uno (1951), Mia famiglia(1953), Bene mio, core mio (1956), Sabatodomenica e lunedì (1959), Il sindaco del rione Sanità (1960), L’arte della commedia (1964), Il contratto (1967), Il monumento (1970), Gli esami non finiscono mai (1973); nel 1954 inaugurò a Napoli il teatro San Ferdinando, distrutto dalla guerra e ricostruito a sue spese per far rivivere a Napoli le tradizioni del teatro napoletano. Nel 1972 ottenne il premio internazionale Feltrinelli per il teatro; nel 1981 venne nominato senatore a vita.

Eduardo ha lasciato importanti tracce anche nel campo della poesia. Alcune opere sue sono: “Fantasia”, “Si t’ò sapesse dicere”, “A barba”, “Ca si foss”, “Penziere mieje”, “A fenesta”, “O’ munno d’è pparole”, “a seggia”.

eduardo de filippo

Libero Bovio

Libero Bovio è stato un poeta, scrittore, drammaturgo, giornalista italiano, autore di testi di molte celebri canzoni in lingua napoletana.

Insieme a Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo ed E. A. Mario, è stato un artefice della cosiddetta epoca d’oro della canzone napoletana.

Noto per essere stato il figlio del noto filosofo Giovanni Bovio e il nonno dell’avvocato, giornalista e docente universitario Libero Corso Bovio.

libero bovio foto

Ernesto Murolo

Nato a Napoli il 4 aprile 1876 è stato un poeta, drammaturgo e giornalista italiano, noto per il sodalizio fortunato con Ernesto Tagliaferri. Fu il padre del cantautore Roberto Murolo. Si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza ma interruppe presto gli studi per dedicarsi alla carriera poetica e giornalistica, collaborando alla redazione de Il Pungolo e del periodico Monsignor Perrelli, nel quale iniziò a pubblicare i propri versi firmandosi spesso con lo pseudonimo di Ruber, cioè rosso, dal colore dei suoi capelli.

Raffaele Viviani

Nato a Castellammare di Stabia il 10 gennaio 1888, è stato attore teatrale, commediografo, compositore, poeta e scrittore italiano. Il padre, vestiarista teatrale, divenne in seguito impresario dell’Arena Margherita di Castellammare di Stabia.

Dopo un grave tracollo finanziario, la famiglia si trasferì a Napoli e fu lì che il padre fondò alcuni teatrini chiamati Masaniello. Questi piccoli teatri popolarissimi furono la prima scuola d’arte del piccolo Papiluccio (come veniva chiamato Raffaele in famiglia).

Nel 1900, con la morte del padre, quello che Raffaele aveva fatto per divertimento, dovette continuarlo per necessità. Furono anni di miseria, ma anche di studio e di formazione, si andava formando nella mente del piccolo artista quella visione poetica di un mondo popolare che avrebbe portato poi alla creazione di un suo teatro e di poesie che hanno lasciato un segno.

raffaele viviani

Ferdinando Russo

Nato a Napoli il 25 novembre 1866, è stato un importante poeta napoletano. Si impose come giornalista per la vita quotidiana della città, che descrisse nei suoi articoli oltre che nelle sue poesie, ma ebbe successo anche nel mondo della canzone prima come autore di svariate macchiette come ‘O cantastorie e l‘elegante, e poi raggiungendo la celebrità con la canzone “Scetate”.

Non andò mai d’accordo con Salvatore Di Giacomo, del quale fu anzi rivale, fu criticato sovente da Benedetto Croce, ma ammirato da Giosuè Carducci che volle incontrarlo a Napoli nel 1891.  

Tra le sue raccolte poetiche vanno ricordate, in ordine di pubblicazione: Poesie napoletaneVillanelle napoletane e la postuma Suspiro ‘e Pulcinella.

Famoso anche per una dura critica all’unità d’Italia e allo Stato unitario che lo costrinsero a difendersi varie volte in tribunale per ripetute accuse di vilipendio delle istituzioni.

Scrisse pure molte poesie ritenute indecenti e scabrose per via del linguaggio e dei temi trattati.

Raffaele Sacco

Nato a Napoli 14 agosto 1787, è stato un poeta e scrittore italiano conosciuto per essere il probabile autore dei versi della celebre canzone napoletana “Te voglio bbene assaje” ma anche per la sua attività di inventore di strumenti ottici.

Sulla facciata della bottega di ottica napoletana di via Capitelli, dove i discendenti di Sacco ancora lavorano, fu apposta una targa marmorea che recita:

«Questa sua onorata bottega Raffaele Sacco ottico poeta scienziato accademico inventore allietò del canto di Te Voglio Bene Assaje la prima canzone che con le melodie di Gaetano Donizetti nel 1835 movendo l’estro popolare fece della tradizionale Piedigrotta la festa di Napoli canora fascinosa nel mondo».

Erri De Luca

Nato a Napoli nel 1950, Erri De Luca ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia.

Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Ha studiato nelle scuole pubbliche De Amicis (elementari), Fiorelli (medie), Umberto I (liceo).

A 18 anni lascia Napoli e inizia l’impegno politico nella sinistra extraparlamentare, che dura fino ai 30 anni.

Termina nell’autunno ’80 con la partecipazione alla lotta contro le ventimila espulsioni dalla FIAT Mirafiori a Torino. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989.

I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento.

Conclusioni

E’ evidente che questa carrellata di poeti napoletani non vuole essere esaustiva, anche perché ce ne sarebbero ancora altri da menzionare ed inoltre ce ne sono altri ancora che, pur non essendo napoletani, hanno un rapporto con Napoli intensissimo, da Petrarca a Quasimodo, da Boccaccio a Carducci, da Leopardi a Pasolini, ma vuole ricordare 10 grandi poeti napoletani a cui la città ha dato i natali.