Libero Bovio: biografia del poeta napoletano

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Biografia di Libero Bovio, il poeta napoletano, nel post a cura di Napoli Fans

Libero Bovio è uno dei volti simbolo di Napoli. Oggi, su Napoli Fans, parliamo del poeta e scrittore napoletano che ha scritto le migliori canzoni di Murolo!

Libero Bovio è uno dei protagonisti dell’epoca d’oro della canzone napoletana. Tra i poeti napoletani più famosi, Libero era figlio di Giovanni Bovio, noto filosofo partenopeo. Anche suo nonno era noto a Napoli come avvocato, giornalista e docente universitario.

Qual è la storia di Libero Bovio nel mondo della canzone napoletana? Tutte le curiosità su di lui e la sua storia su Napoli Fans!

Libero Bovio: gli inizi

Libero Bovio nasce a Napoli l’8 giugno 1883. L’amore per la città partenopea sarà per lui fondamentale sempre. Sua madre è maestra di pianoforte e, così, Libero Bovio si appassiona presto alla musica e al teatro dialettale. Inizia così a sentire le canzoni napoletane di Salvatore Gambardella. Alla morte dei padre, lascia la scuola tecnica e inizio in un giornale locale, chiamato il Don Marzio. Poi, lavora anche al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Continua comunque a seguire le sue passioni e inizia così la sua carriera musicale nella redazione di testi.

Libero Bovio: la carriera

La svolta per Libero Bovio arriva quando diventa direttore di case editrici musicali, come La Canzonetta dal 1917 al 1923 e successivamente alla Santa Lucia. Questo gli permetterà di conoscere i musicisti napoletani più importanti. Inizia così a scrivere canzoni, come Surdate, Tu ca nun chiagne, Reginella, Chiove, ‘O Paese d’o sole e Lacrime Napulitane.

Altri brani da lui scritti prima della guerra e ancora oggi interpretati in tutto il mondo sono Amor di pastorello e Cara Piccina. Bovio si sposerà subito dopo il primo conflitto mondiale, nel 1919, con Maria Di Furia. Dal matrimonio nasceranno due figli.

Nel 1934 arriva Passione, con la musica di Ernesto Tagliaferri e Nicola Valente. Del 1931, invece, era stata la volta di Signorinella. 

Il successo arriva anche per le opere teatrali, alcune collegate alle sue canzoni. Il teatro napoletano riscopre con lui una ventata di novità con: Gente nosta, ‘O prufessore, ‘O Macchiettista, Lacreme napulitane, Carcere, ‘E figlie, Zappatore, Guapparia.

Con i musicisti con cui collabora di più fonda una casa editrice musicale tutta sua, chiamata La bottega dei 4. Con lui, c’erano infatti anche Nicola Valente, Ernesto Tagliaferri e Gaetano Lama.

Nel 1941 si ammala gravemente. Muore purtroppo il 26 maggio 1942 nella sua casa di Via Duomo, a Napoli.

Storia di Reginella

Una delle canzoni più belle mai scritte da Libero Bovio è Reginella, del 1917. La canzone racconta di un vecchio amore rivisto dal protagonista nei pressi di Via Toledo.

La donna è vestita elegante e sensuale, in compagnia di alcune amiche. Quell’incontro casuale risveglia nel protagonista ricordi della relazione con la donna.

Il ritornello rievoca l’amore ormai sopito (ma mai rimosso dalla mente), nei confronti dell’uomo: «ora non ci amiamo più, ma tu a volte distrattamente pensi a me».

Vediamo qui insieme il testo originale di Reginella:

Te si’ fatta ‘na veste scullata,
Nu cappiello cu ‘e nastre e cu ‘e rrose…
Stive ‘mmiezo a tre o quattro sciantose,
E parlave francese… è accussì?
Fuje l’autriere ca t’aggio ‘ncuntrata?
Fuje l’autriere, a Tuleto, gnorsì…
T’aggio vuluto bene a te…
Tu m’è vuluto bene a me!
Mo nun ‘nce amammo cchiù,
Ma ‘e vvote tu
Distrattamente pienze a me!
Reginè, quanno stive cu mmico
Non magnave ca pane e cerase,
Nuie campavamo ‘e vase! E che vase,
Tu cantave e chiagnive pe’ me…
E ‘o cardillo cantava cu ttico:
Reginella ‘o vuo’ bene a ‘stu rre
T’aggio vuluto bene a te…
Tu m’è vuluto bene a me!
Mo nun ‘nce amammo cchiù,
Ma ‘e vvote tu
Distrattamente pienze a me!
Oj cardillo, a chi aspiette stasera?
Nun ‘o vide? aggio aperta ‘a cajola,
Reginella è vulata, e tu vola!
Vola e canta, nun chiagnere ccà!
T’he’ ‘à truva’ ‘na patrona sincera
Ca è cchiù degna ‘e sentirte ‘e cantà.
T’aggio vuluto bene a te…
Tu m’è vuluto bene a me!
Mo nun ‘nce amammo cchiù,
Ma ‘e vvote tu
Distrattamente pienze a me!

Conclusioni

Libero Bovio è un simbolo della cultura napoletana. Tantissime delle frasi scritte da lui anche nel mondo del teatro e in quello del giornalismo sono diventate dei proverbi.

Eccone un esempio:

“La sola storia vera è quella che noi inventiamo”.

Forte anche una sua frase dedicata al mondo del successo in genere:

“A Napoli il successo dura un’ora, l’insuccesso un anno – quando non ti accompagna, tutta la vita”.

Libero Bovio è uno dei simboli di Napoli anche perché le sue canzoni sono un segno della cultura napoletana in tutto il mondo. Nei festival, nelle rassegne, o semplicemente quando si ricorda Napoli (anche da emigrato), non si può fare a meno di cantare una delle canzoni di questo grande scrittore e poeta partenopeo.

Bovio ha rappresentato Napoli non solo prima della Seconda Guerra Mondiale, ma per sempre e le sue parole sono anche oggi un modo di raccontarsi per la città partenopea.