Alla scoperta del MANN: il Museo Archeologico di Napoli, il più antico d’Europa oggi su Napoli Fans!
Nella città delle mille contraddizioni, dove brutto e bello si intersecano continuamente, fondendosi in un unicum straordinariamente perfetto, non c’è angolo che non parli di ciò che è stato. A piazza del Museo, a due passi dal centro storico, sorge imponente il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Ogni vicolo, palazzo, monumento ha infatti una storia ben definita, che accresce un patrimonio artistico-culturale di straordinaria bellezza.
Il MANN, dotato di un ricco patrimonio archeologico, è considerato tra i più antichi e importanti d’Europa.
Distribuito su più livelli, ogni piano ci racconta un pezzo di storia impossibile da ignorare.
Se non ci sei mai stato e hai sempre desiderato conoscere le gemme di questo magnifico palazzo, mettiti comodo perché oggi faremo un nuovo viaggio insieme.
Indice dei contenuti
Alla scoperta del Museo Archeologico di Napoli: la sua storia
Per ricercare le origini storiche di questo edificio dobbiamo fare un salto temporale di 500 anni. In quegli anni la città di Napoli, fiorente capitale del Regno Delle Due Sicilie, si avviava ad un processo di rinnovamento.
Nel 1516 vennero avviati in quel luogo i lavori di costruzione per una caserma di cavalleria. L’edificio, con ingresso da Santa Maria degli Scalzi, era molto più piccolo rispetto al polo museale odierno. La scarsità d’acqua e la lentezza dei lavori ne impedirono il completamento fino a quando, con l’ascesa nel 1612 del Vicerè de Castro, fu deciso di trasferire al suo interno l’Università di Napoli. In quel occasione vennero effettuati dei lavori di ricostruzione ma, a causa di diverse calamità naturali, il palazzo restò nuovamente incompiuto.
Fu nel ‘700 che, con l’ascesa dei Borboni, il palazzo acquisì una nuova immagine. Non a caso, l’origine e la formazione delle collezioni si devono a Carlo III di Borbone. Dal 1777 il palazzo fu oggetto di numerosi lavori di ristrutturazione e ampliamento, affidati agli architetti Fuga e Schiantarelli. Terminati i lavori, Ferdinando IV trasferì nell’edificio la collezione Farnese e la raccolta vesuviana. Nel 1816, dopo la dominazione francese e il ritorno dei Borboni, l’edificio assunse la denominazione di Real Museo Borbonico.
Con l’Unità d’Italia il Museo divenne Nazionale e solo dopo 335 anni dalla sua costruzione, nel 1920, l’edificio museale è stato completato.
Nel corso degli anni sono state fatte diverse aggiunte e grazie al trasferimento della Pinacoteca a Capodimonte il museo ha assunto la denominazione di Archeologico.
Quali sono le principali attrazioni del museo?
Appena si varca la soglia del museo, impossibile non notare il bellissimo atrio. Le sculture poste lungo i lati, dominano l’ambiente. L’accesso ai piani superiori è garantito da un imponente scalone in marmo bianco costituito, a sua volta, da diverse sculture.
Epigrafi
In quest’area sono custoditi reperti archeologici antichissimi che vanno dall’età preistorica a quella tardo-romana.
La folta documentazione epigrafica ci indica una serie di testimonianze significative riguardo la polis: il processo di colonizzazione in Campania, i decreti inerenti alla diffusioni della lingua, alla gestione amministrativa e tanto altro.
Collezione Egizia
Se sei un appassionato di cultura egizia, non puoi perderti questa collezione.
Nel museo sono esposti circa 2.500 oggetti egizi, databili dal 3000 a.C al 640 d.C. Oltre ai reperti provenienti dagli scavi borbonici, molti provengono dalla collezione settecentesca dei Borgia e ottocentesca dei Picchianti.
Un vero viaggio nella storia egizia, nel quale potrai ammirare le famose mummie, sarcofagi, utensili e numerose testimonianze che attestano il culto egizio in Campania.
Collezione Farnese
La collezione Farnese è una delle più importanti testimonianze di interesse e apprezzamento dell’antico nel XVI secolo. In quest’area è possibile ammirare le bellissime sculture appartenenti alla famiglia Farnese. Elisabetta, madre di Carlo III di Borbone Re di Napoli e ultima discendente Farnese, tramandò questo ricco patrimonio al Re di Napoli. Fino al XVIII secolo, per volere di Carlo III, la collezione rimase intatta. Fu con l’ascesa al trono di Ferdinando I che la collezione fu trasferita qui a Napoli.
I Giardini
Prima di accedere ai piani successivi, impossibile non riposarsi nei giardini di cui il museo è dotato.
Il Giardino delle Camelie è chiamato così per la presenza di alcuni esemplari di camelia di una certa rilevanza fioristica.
Il Giardino delle Fontane è chiamato così per la consistente presenza di fontane. In particolare, è la fontana posta al centro del giardino ad essere elemento di spicco. “La Gran tazza in porfino Farnesiano” è stata realizzata con uno stile raffinatissimo famoso nell’Ottocento.
Il Gabinetto Segreto
Nel Gabinetto Segreto, chiamato così per volere dei Borboni, sono contenuti diversi reperti a soggetto erotico o sessuale provenienti dagli scavi di Pompei ed Ercolano.
Salone della Meridiana
Il Gran Salone Meridiana è una delle aree coperte più importanti d’Europa. Il visitatore, appena accede al salone, è totalmente rapito dall’imponente l’affresco posto sulla volta. Quest’ultimo fu realizzato da Pietro Bardellino nel 1781 per celebrare le virtù di Ferdinando IV e della regina Maria Carolina quali protettori delle arti.
Dal Salone è possibile accedere ad altre aree museali contenti: affreschi, vetri, metalli e il gran plastico di Pompei.
Villa dei Papiri
Nel 1750 Karl Weber scoprì fortuitamente, nell’area occidentale di Ercolano, la famosa Villa dei Papiri. Gli scavi rivelarono, non solo mura antiche e pozzi, ma un consistente numero di sculture in bronzo e in rame. Quest’ultime sono contenute in quest’area museale che porta il nome dello scavo.
Il nostro viaggio itinerante alla scoperta del MANN termina qui! Alla prossima dalla vostra Giusy Piccirillo!