Chiesa del Carmine, Napoli: la storia di una delle più grandi basiliche della città oggi su Napoli Fans
La città partenopea è ricca di storia e di cultura, oltre che di numerosi luoghi di culto cattolico. Uno dei più importanti è la Chiesa del Carmine a Napoli, meglio nota come la Basilica santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore, che si trova nell’antica Piazza Mercato.
Quando è stata costruita? Qual è la sua storia? Approfondiamo l’argomento nel nuovo post dedicato alla cultura napoletana e alle sue attrazioni, a cura di Napoli Fans!
Indice dei contenuti
Chiesa del Carmine: le origini
Secondo la tradizione, alcuni monaci che fuggirono dai saraceni in Palestina, giunsero a Napoli e portarono con sé un’immagine della Madonna. Questa la veneravano sul Monte Carmelo, situato nell’Alta Galilea, ad Israele.
A Napoli, nei pressi dell’area portuale, vi era una piccola cappella dedicata al Santo Nicola, che fu concessa a questi monaci. Proprio lì collocarono la Madonna, in un luogo chiamato “la grotticella”.
Il primo documento storico, invece, della presenza dei carmelitani a Napoli risale al 1268, quando i cronisti del tempo descrissero il luogo del supplizio di Corradino di Svevia nella piazza antistante la chiesa di Santa Maria del Carmine.
L’icona della Madonna Bruna, dipinto sacro da essi venerato, indica invece la santità della Madre con il Figlio. Il dipinto (che sembra essere in realtà di scuola toscana) vede una Madonna scura di carnagione tenere in braccio il suo piccolo, Gesù, in un’espressione di tenerezza e amore.
La Vergine indossa un manto di colore azzurro-verde che è simbolo di fertilità; invece, il manto del bambino è di colore rosso, che è invece il simbolo dell’amore.
La stella con la coda infine, presente sul manto, rappresenta la verginità.
Il popolo napoletano ha ancora oggi l’abitudine di usare l’esclamazione “Mamma d’o Carmene”, proprio per indicare lo stretto legame con la Madonna Bruna.
Curiosità: la mano destra della Vergine
Una delle curiosità legate al dipinto ha a che fare con la gestualità: infatti la Madonna stringe a sé il suo piccolo con le due mani, che hanno un significato profondo.
La mano sinistra indica tenerezza, mentre interessante è il significato attribuito alla mano destra della Vergine. Infatti questa è interpretata come risposta alla supplica: “Mostraci il frutto del tuo grembo, Gesù…”, indicando: “Ecco la via, la verità e la vita”.
Il Miracolo del crocifisso
A Napoli, nel 15° secolo, gli Angioni e gli Aragonesi lottavano per il dominio della città.
A Napoli dominava Renato d’Angiò, il quale aveva collocato l’artiglieria nel Carmine.
Secondo la tradizione, Pietro di Aragona bombardò la città e una grossa palla sfondò l’abside della chiesa, raggiungendo la testa del crocifisso che, per evitare il colpo, abbasso la testa e non subì rottura.
La rottura avvenne però il giorno seguente con un altro bombardamento. Ma quando terminò il tutto, Re Alfonso, entrato trionfatore in città, si recò personalmente per verificare lo stato del crocifisso e della chiesa e ne ordinò subito la costruzione di un tabernacolo, per riparare così al suo gesto insano e custodire la reliquia.
Chiesa del Carmine: la struttura della chiesa
La facciata esterna della chiesa è stata più volte rinnovata. La facciata attuale risale al 1766.
Ciò che rende riconoscibile la chiesa del Carmine a Napoli è il suo campanile, realizzato in stile ionico, dorico e corinzio, dall’architetto Giovan Giacomo Di Conforto.
Questo fu iniziato nel 1439 e terminato nel ‘600. Attualmente è costituito da cinque campane dedicate a Sant’Alberto, Sant’Angelo Martire, Santa Barbara, Santa Maria del Carmine e Santa Maria Maddalena dei Pazzi.
L’interno della chiesa fu realizzato in stile gotico, come altre chiese di Napoli e nel ‘700 fu trasformata in stile Barocco Napoletano.
Il suo interno è adornato di incredibili mosaici, di affreschi e di cappelle. Tra quelle più rilevanti vi sono quella di San Nicola di Bari, della Madonna del Carmine, del Beato Franco da Siena arricchita da marmi pregiati, della Madonna delle Grazie e di San Gennaro.
Sulla porta d’ingresso della chiesa vi è un monumentale organo con 4.800 canne, realizzato nel 1907 e ammodernato nel 1973.
L’abside invece, è arricchito da preziosi marmi realizzati dall’architetto italiano Cosimo Fanzago del 1670.
Nella sacrestia vi sono affreschi che raffigurato la Fame in Samaria, il Sacrificio di Elia con dei medaglioni che raffigurano i santi carmelitani.
La sua volta conserva resti dell’architettura gotica. I due cappelloni laterali furono affrescati da Francesco Solimena, mentre al centro è posto l’altare, voluto dal re Carlo III di Borbone.

Incendio del campanile e lo spettacolo pirotecnico
Ogni anno, la sera del 15 Luglio, in occasione della festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, si organizza una manifestazione che prevede l’incendio del campanile.
La data di inizio di questa tradizione è incerta, ma si sa che già dai tempi di Masaniello, c’era quest’usanza di fingere un attacco al campanile in legno.
Masaniello, a capo dei lazzari, infatti organizzò la rivolta proprio durante i preparativi di questa festa. Anche durante il regno dei Borbone, i re omaggiavano questa Vergine con spettacoli pirotecnici, per i quali si mobilitava l’intera città partenopea e i suoi abitanti.
Il nostro post dedicato alla Chiesa del Carmine, Napoli, termina qui. Alla prossima con la storia e la cultura napoletana a cura del nostro portale!