Il Castello di Baia e il suo fantastico museo nel post odierno a cura di Napoli Fans
Il Castello di Baia è senza dubbio una delle attrazioni più belle della Campania.
Detto anche Castello aragonese, questa fortezza sorge a Baia, frazione di Bacoli, ed è situato in un’area di notevole importanza strategica. Questo fu eretto su di un promontorio naturalmente difeso a est da un alto dirupo tufaceo a picco sul mare, e ad ovest dalla profonda depressione data dalle caldere di due vulcani chiamati “Fondi di Baia” e con l’aggiunta di mura, fossati e ponti levatoi, il castello risultava praticamente inespugnabile.
La sua posizione – dalla quale si dominava tutto il Golfo di Pozzuoli fino a Procida, Ischia e Cuma, consentiva un controllo molto ampio della zona, impedendo tanto l’avvicinamento di flotte nemiche, quanto l’eventualità di sbarchi di truppe che avessero voluto marciare su Napoli con un’azione di sorpresa alle spalle.
La fortezza si sviluppa su una superficie di 45.000 mq. e appare oggi come l’insieme di sovrapposizioni architettoniche realizzate nel corso dei secoli.
Il castello aragonese domina l’intero golfo di Pozzuoli e rappresentava, insieme alle fortificazioni del “Borgo Marinaro” di Pozzuoli e Nisida, un vero e proprio limite invalicabile per chiunque avesse tentato di sbarcare lungo quelle coste.
Il castello di Baia, insieme a Maschio Angioino, Castel dell’Ovo, Castel Sant’Elmo e anche l’aggiunta del castello aragonese di Ischia, rappresentano le principali opere costruite durante la storia della zona partenopea per difendersi dagli attacchi dei nemici.
Ne discutiamo qui su Napoli Fans, nel consueto appuntamento con la cultura e la storia della nostra bellissima città!
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La storia del castello di Baia
Le tracce più remote relative alla costruzione del Castello di Baia risalgono al 1490, quando, per ordine di re Alfonso II d’Aragona, fu costruito, sugli avanzi della villa dei Cesari, un castello per difendere la costa flegrea dalle incursioni saracene.
La terribile eruzione del 1538, che nel corso di una sola notte diede origine al cratere di Monte Nuovo e provocò lo sprofondamento della fascia costiera, in maniera più evidente da Lucrino a Baia e con effetti devastanti per tutti i Campi Flegrei, causò gravi danni anche al Castello di Baia.
Si deve all’opera intelligente e tenace del viceré don Pedro Alvarez de Toledo la ristrutturazione e l’ampliamento del forte baiano, che, secondo i suoi piani, doveva diventare l’ultimo baluardo difensivo contro le invasioni corsare.
Il Castello aragonese, però, diversamente dalle sue origini, non fu solo una struttura militare, ma rappresentò anche luogo di incontri politici e mondani, diventando nel tempo anche centro di studi e ricerche.
E’ per volontà del viceré don Pietro d’Aragona, che inizia una vasta opera di valorizzazione del termalismo flegreo, e di quello baiano in particolare, riprendendo quella tradizione già nota in epoca romana.
Dopo l’Unità d’Italia il Castello viene scoperto anche nel resto dell’Italia.
Nel 1883 giungevano nel porto di Baia quattordici navi da guerra precedute da uno yacht: “il Savoia”, che ospitava il re d’Italia, Umberto I, il Principe di Prussia, il Principe di Napoli ed il Ministro della Marina.
Con l’unità d’Italia però cambiavano anche le esigenze difensive del paese, tanto è vero che dopo quattro secoli di ininterrotta opera di difesa, con Regio Decreto del 1887, il Castello di Baia non veniva più considerato opera di fortificazione dello Stato.
Nel 1927 nel Castello di Baia s’insediava l’ente “Orfanotrofio Militare”, che ospitava i figli dei caduti della “Grande Guerra”, sorte che purtroppo toccherà anche a molti di loro caduti, a loro volta, nel corso del secondo conflitto mondiale.
Intanto al riparo del Castello di Baia erano sorti prima i “Cantieri Navali” e poi il “Silurificio”, presso il quale si era recato in visita il Duce, Benito Mussolini.
Nel 1993, infine, la Sovrintendenza archeologica, alla quale il manufatto veniva affidato, istituiva il primo nucleo del Museo dei Campi Flegrei con le statue del Sacello degli Augustali, rinvenute a Miseno, e i gessi di Baia.
Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei
Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è situato all’interno del Castello Aragonese di Baia, tra un locale ricavato nel bastione sud-occidentale della prima Batteria S. Antonio e la scenografica ed imponente Torre di nord-ovest risalente al primitivo nucleo aragonese.
La visita delle sezioni del Museo dei Campi Flegrei, dislocate in parti diverse e distanti del Castello stesso, comporta un percorso dinamico e vivace, fatto di rampe e scale suggestive, terrazze panoramiche sino alla spettacolare Piazza d’Armi, dalla quale il visitatore può godere di un’amplissima e splendida veduta dell’intero Golfo di Napoli.
Inoltrandosi all’interno del percorso museale, si percepisce come esso sia stato organizzato per rispecchiare il particolare e suggestivo assetto del territorio flegreo nel quale confluiscono in pochi lembi di terra una realtà storico-culturale centrale per la conoscenza del Mondo Classico e la bellezza di un paesaggio forgiato dai tanti vulcani sempre in attività.
Cosa visitare di importante nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei
L’esposizione si apre con la città di Cuma, la prima e più avanzata colonia greca d’Occidente, e sede della celebre Sibilla, a cui si ricorreva in casi estremi di pericolo per interpellare il Fato.
Subito dopo viene la città di Puteoli, grandioso emporio e porto principale dell’Urbe, con il suo Rione Terra interamente ricoperto di marmo da Augusto.
Segue poi Baiae, sede delle terme e delle ville della grande aristocrazia romana, dove grande è la suggestione degli arredi scultorei di raffinata bellezza e altissima qualità.
L’esposizione poi prosegue con i reperti provenienti da Misenum, la base della flotta imperiale, col doppio bacino creato da Augusto, e si chiude infine con la sala dedicata a Liternum, la piccola città legata al ritiro di Scipione Africano.
L’allestimento segue quindi il doppio filo dello sviluppo cronologico e del recupero dei contesti. Il visitatore può così vedere organicamente quanto proviene dai tanti siti e monumenti del Parco che avrà già visto o potrà vedere, anche nel medesimo giorno.
La spiaggia del castello di Baia
Infine adiacente alla fortezza è bellissima la spiaggia del Castello di Baia, facilmente raggiungibile con una piccola imbarcazione che vi porterà proprio nei pressi della piccola spiaggia, con il suo mare cristallino e la vista mozzafiato al castello e al golfo.
Raccomandazione: soprattutto nel periodo di alta stagione, per poter usufruire della spiaggia, vista la sua esiguità, si consiglia di recarsi molto presto, onde evitare folla e calca, che potrebbe guastare il vostro soggiorno.
Il nostro appuntamento con la storia e la cultura partenopea anche oggi termina qui. Alla prossima da tutto lo staff di Napoli Fans!