Aniello Falcone, bio del pittore napoletano

quadro aniello falcone

Aniello Falcone, bio del pittore napoletano, nel post a cura di Napoli Fans

Per il nostro consueto appuntamento con la cultura, oggi vi raccontiamo la storia di uno dei pittori napoletani più famosi e importanti di sempre: stiamo parlando di Aniello Falcone, il quale si è affermato in città e all’estero nello stesso periodo di Diego Velázquez, al quale spesso viene paragonato per le sue opere.

Nato da una famiglia di mercanti, il pittore partenopeo è stato uno dei principali protagonisti del ‘600 napoletano, un periodo molto fertile da un punto di vista culturale, che vede Napoli come capitale del Regno sotto l’influenza spagnola, e Falcone uno dei suoi principali dissidenti.

In questo post a cura di Napoli Fans, ripercorriamo la storia e la vita del pittore napoletano Aniello Falcone. Bentornati sul nostro portale!

Aniello Falcone: storia del pittore partenopeo

Aniello Falcone era un pittore e artista italiano. Di origini napoletane, nasce nel 1607 e muore nel 1656, sempre nella città campana. Nella sua bottega napoletana, l’artista dà la possibilità, ai giovani interessati all’arte, di imparare tutti i segreti e le tecniche della pittura. Con il suo atteggiamento amorevole ed educativo, forma grandi artisti, come Micco Spadaro, Salvator Rosa e Luca Forte. Vincenzo, il padre di famiglia, lavora invece come indoratore e ricopre ruoli importanti in quest’area, fino alla sua morte, giunta il 3 giugno del 1648 nella casa del figlio. Inoltre, sembrerebbe che anche i suoi fratelli fossero artisti.

Opere e corrente artistica

Aniello Falcone è noto per i suoi dipinti di battaglie, che lo hanno reso uno dei più importanti pittori del genere. Viene soprannominato “L’Oracolo delle Battaglie” dai suoi contemporanei come Bernardo De Dominici e la sua fama porta ad un aumento della domanda da parte di coloro che vogliono celebrare le vittorie cristiane contro gli infedeli.

Tra le sue opere figurano dipinti di sante, nature morte e storie bibliche, come la tela “Ester e Mardocheo”, conservata nella sacrestia della Collegiata Santa Maria delle Grazie (Lecce), affreschi di battaglie e racconti su Mosè del 1640, conservato presso la cappella di Sant’Agata a San Paolo Maggiore, nonché gli affreschi nella villa Bisignano a Barra, databili 1647.

Tra le altre opere più importanti realizzate da Aniello Falcone, ricordiamo anche la Cacciata dei mercanti dal Tempio (1640-45), Ritratto di un Condottiero (1640) e gli affreschi nella sacrestia del Gesù Nuovo a Napoli (1652). In particolar modo, il ritratto è una rappresentazione inedita di un armigero anziano, con barba e baffi bianchi, corazza, cappello ornato e bastone nella sua mano destra. Lo stesso personaggio compare anche a cavallo nelle varie scene di battaglia, che certamente appartengono alle opere realizzate a quattro mani da Aniello Falcone e Andrea de Lione.

Nonostante fosse un punto di riferimento nella raffigurazione delle battaglia, Falcone subisce diverse influenze da parte di pittori famosi appartenenti a diverse correnti artistiche. Si ipotizza, infatti, che fosse allievo di Jusepe de Ribera, noto anche come José de Ribera o per tutti “Spagnoletto”, proprio per le sue origini spagnole, che lo hanno reso un famoso pittore e che ha lavorato principalmente a Napoli, oltre che per la corte di Spagna. Nello specifico, il pittore porta in dote l’arte caravaggesca, molto in voga in quel preciso momento, e la trasferisce agli altri artisti napoletani.

Aniello Falcone e la Compagnia della morte

Aniello Falcone, originario di Napoli, opera durante il periodo in cui la città è sotto l’influenza spagnola. Egli istituisce un gruppo meglio conosciuto come la “Compagnia della Morte”, creata per vendicare appunto la morte del suo amico per opera di uno spagnolo, pensando di poter risolvere da solo il problema dell’invasione ispanica. Del gruppo fondato da Falcone fa parte anche Masaniello. Lo stesso personaggio è spesso ripreso dal Falcone nelle sue opere.

Quando il Regno di Napoli torna sotto il dominio degli Spagnoli e la Compagnia della Morte si scioglie, Aniello Falcone è costretto a sparire dalla circolazione.

La morte di Aniello Falcone

Dopo quasi un anno dalla rivolta, il Regno di Napoli torna quindi sotto l’autorità degli spagnoli e la Compagnia della Morte, come detto prima, si scioglie. Da quel momento in poi Aniello Falcone sparisce dalla scena pubblica, così come la sua bottega. Quest’ultima viene sostituita con quella di un altro pittore napoletano famoso, quale Luca Giordano, attivo nelle grandi città, come Napoli, Madrid, Firenze, Venezia e Roma. Si pensa comunque che Falcone abbia perso la vita durante l’epidemia di peste del 1656.