Scipionyx samniticus: Ciro, la storia del dinosauro scoperto nel Sannio, nel post a cura di Napoli Fans
La nostra regione è sempre stata ricca di tesori sepolti o sommersi, dei quali pian piano ne viene a galla un pezzettino. Da Pompei ed Ercolano oltre che ad altre testimonianze vivide della civiltà romana, passando dai reperti della civiltà greca, da sempre scavando nel sottosuolo, si sono ritrovati pezzi di storia antica dell’umanità. Ma non solo. Questo perchè la nostra regione è stata oggetto di ritrovamenti ben più antichi dello stesso genere umano. L’esempio è il ritrovamento di una specie di dinosauro chiamata Scipionyx samniticus, il cui fossile è stato ribattezzato “Ciro”, che è la dimostrazione di come anche l’Italia è stata una delle terre abitate dai dinosauri, queste antiche creature, padroni del mondo per milioni di anni e scomparse improvvisamente intorno al periodo Cretaceo, forse per colpa di un asteroide.
In questo post a cura di Napoli Fans, vogliamo tornare indietro al tempo dei dinosauri, palandovi di questa specie e della sua scoperta. Bentrovati su Napoli Fans!
Scipionyx samniticus: una specie vissuta circa 113 milioni di anni fa
Come anticipato, la specie di dinosauro Scipionyx samniticus è vissuta tantissimi milioni di anni fa proprio qui in Italia.
Il nome della specie Scipionyx samniticus deriva da Scipio, in onore al geologo Scipione Breislack, che fu il primo a segnalare la presenza di fossili animali nei dintorni di Pietraroja, onyx per gli artigli di cui sono munite le zampe del dinosauro, mentre samniticus è un omaggio al Sannio, l’area in cui è stato ritrovato.
Si stima che questa specie di dinosauro sia da attribuirsi al Cretaceo Inferiore, circa 113 milioni di anni fa. Questo genere di dinosauro è chiamato “Theropoda”, un gruppo di dinosauri saurischi, per lo più carnivori oppure onnivori. Si sostiene che questa specie sia imparentata in qualche modo con gli uccelli per via di una serie di caratteristiche fisiche, il piumaggio e la cova delle uova.
Questa specie si stima sia stata alta 1,30 cm per due metri di lunghezza e 20 kg di peso.
Probabilmente si cibava prevalentemente di rettili, pesci e piccoli invertebrati. Ciro è al momento l’unico esemplare scoperto della sua specie.
Il ritrovamento di Ciro
Ciro è stato scoperto nel 1980 nella cava di Pietraroja, nella zona del Sannio, da Giovanni Todesco, un appassionato di fossili. Questo appassionato lo conservò per tanti anni, essendo sicuro si trattasse di una semplice lucertola. Ma successivamente intuì che si trattasse di qualcosa di più e lo fece esaminare dal paleontologo Giorgio Teruzzi, che intuì subito la scoperta di una specie nuova di dinosauro.
Successivamente i fossili furono studiati dai paleontologi Marco Signore e Cristiano Dal Sasso, alla cui pubblicazione dei risultati seguì un articolo dedicato al dinosauro sulla famosa rivista scientifica Nature il 26 marzo del 1998.
Questa scoperta è di estrema importanza poiché dimostra che:
- i dinosauri vivevano anche in Italia;
- qui viveva una specie di dinosauro sconosciuta fino a quel momento;
Inoltre, l’ottimo stato di conservazione del dinosauro (morto dopo pochi giorni di vita e ben conservato per via di particolari condizioni fisico-chimiche presenti sul fondo della laguna), hanno permesso di evidenziare la presenza di parti molli come l’intestino, all’interno del quale sono addirittura visibili alcune tracce dei suoi ultimi pasti, il fegato, la trachea, gli occhi, porzioni della pelle e parti delle sue fasce muscolari. In più sono state evidenziate tracce di ferro, facenti parte dei globuli rossi, che hanno avallato la teoria secondo la quale si trattava di un animale a sangue caldo.
Dal 15 aprile del 2005 un calco di Ciro si trova presso il luogo del suo ritrovamento, al museo Paleolab di Pietraroja mentre altri sono esposti al Museo Civico di Storia Naturale di Milano, al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno, al Centro Didattico Ambientale Vivere i Parchi di Candia C.se (TO) e al MUSE di Trento.
L’originale è invece custodito dalla Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta.