Scavi di Pompei: origini, storia e attrattive del Parco Archeologico nel post di Napoli Fans
Nel 2018 gli scavi di Pompei sono stati il secondo sito più visitato d’Italia, secondo solo al Colosseo, confermandosi così il monumento più visitato del Mezzogiorno d’Italia.
L’area archeologica di Pompei ha aumentato il numero di visitatori del 7,78 per cento rispetto al 2017, passando da 3.383.415 ingressi a 3.646.585 del 2018.
Numeri da capogiro per il sito patrimonio Unesco che mobilita gruppi da ogni parte del mondo per vedere quello che molti esperti hanno definito la meraviglia delle meraviglie.
In questa breve guida a cura di Napoli Fans, proveremo a capire cos’è Pompei, cosa si nasconde dietro al mito della città distrutta dal Vesuvio insieme ad Ercolano, e quali sono le attrazioni che, una volta arrivati agli Scavi di Pompei, non si possono non vedere.
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La storia di Pompei
La città di Pompei ha origini molto antiche, almeno quanto quelle di Roma.
I primi insediamenti stabili, infatti, risalgono all’VIII secolo a.C. quando gli Osci, uno dei primi popoli italici, costruirono le proprie abitazioni, dando origine al primo nucleo della città campana, sulla piattaforma di lava solidificata fuoriuscita nei secoli precedenti dal Vesuvio.
Pompei era il luogo di passaggio obbligato tra il settentrione ed il meridione, tra il mare e le interne ricche vallate, che permetteranno alla città di divenire nodo viario e portuale e, di conseguenza, ambita preda per i potenti stati confinanti.
Inizialmente Pompei era amministrata dai Greci, che nel VI secolo a.C. fanno della città un florido centro di commerci.
Furono proprio i Greci ad iniziare i lavori del primo Foro di Pompei, un Foro di dimensione triangolare. Dal 527 al 474 a.C. ai Greci subentrarono gli Etruschi, che non conquistarono militarmente la città, ma si limitarono a controllarla.
Fu proprio sotto il controllo degli Etruschi che vennero fortificate le prime mura. Prima di essere invasa dai sanniti, Pompei fu di nuovo sotto l’influsso dei Greci, che le diedero un nuovo assetto urbanistico e promossero un ulteriore sviluppo delle attività commerciali.
Nel 424 a.C. Pompei poi venne invasa dalla popolazione dei Sanniti provenienti dalle zone interne dell’Abruzzo e del Molise e sotto il loro dominio la città si fortificò e raggiunse la massima espansione territoriale: il perimetro urbano oggi indicato dagli scavi è quello risalente al periodo dell’occupazione sannitica.
Nel 310 a.C., quando i Romani mossero guerra contro i Nocerini, i Sanniti di Pompei si schierarono a favore di questi ultimi, che, dopo una prima vittoria, furono costretti a capitolare: Pompei, pur governata dai Sanniti, entrò a tutti gli effetti nell’orbita romana. Ribellatasi con la Lega Italica nell’89 a.C., Pompei venne espugnata da Silla e, pur salvandosi dalla distruzione, perse ogni residua autonomia, divenendo una colonia romana ed iniziò un incessante sviluppo che la portò da modesto centro agricolo ad importante nodo industriale e commerciale.
La prima vera grande sciagura sopravvenne con il terremoto del 62 d.C. che provocò numerosi danni e crolli.
I cittadini superstiti riuscirono presto a riattivare le attività industriali, commerciali e a ricostruire la città semidistrutta, e proprio quando stavano provvedendo ad ultimare e ad ampliare i templi arrivò la prima grande sciagura di sempre, il Vesuvio, da secoli considerato un vulcano spento e quindi ricco di vigneti e di ville rustiche e di residenze sontuose, il 24 agosto del 79 d.C. si ridestò improvvisamente ed esplose con una potenza inesorabilmente distruttrice. Un diluvio di lapilli e scorie incandescenti si riversò su Pompei, crollarono mura e tetti e poi un’ondata di cenere mista ad acqua cancellò ogni forma di vita, con i pochi superstiti che cercarono scampo verso Stabia e Nocera ma che vennero raggiunti e uccisi dai gas velenosi che si propagarono ovunque. Fu un inferno che durò per ben tre giorni.
Plinio il Giovane ne diede una descrizione impressionante in una lettera indirizzata allo storico latino Tacito, scritta trent’anni dopo l’accaduto, raccontando anche la fine tragica dello zio (Plinio il Vecchio) che, trascinato dalla passione scientifica, accorse con una nave ad osservare da vicino lo spaventoso fenomeno e lì vi morì.
Scavi di Pompei: l’antica città pompeiana prima dell’eruzione del Vesuvio
La città di Pompei nasce sull’estremità di un’antica colata lavica alta 40 metri, sul mare e sulla foce del fiume Sarno, allora molto più vicini alla città, con il primo centro, prevalentemente agricolo, che corrisponde all’attuale zona intorno al Foro.
La Pompei sannitica, alla fine del quarto secolo, è già una città considerevole, superiore alle altre vicine e all’ancor modesta Neapolis, è un centro che sta per superare Cuma in termini di importanza, ma l’ingresso nella sfera politica romana rallenta ogni ulteriore espansione.
La città di Pompei sin dai tempi dei Sanniti era divisa in nove zone (regiones), da due arterie longitudinali (decumani), e due arterie trasversali (cardini), ogni zona o regione corrispondeva all’incirca a un quartiere con proprie feste rionali, programmi elettorali e caratteristiche economiche e commerciali.
Presso le porte cittadine e attorno al Foro sorgevano alberghi, hospitia, e rimesse per gli animali, stabula. Sulle vie principali abbondavano osterie, cauponae, e gli antenati dei bar, thermopolia; diffusissimi erano anche i lupanari dislocati in diverse parti della città, come vedremo in seguito.
Ogni edificio aveva la propria cisterna: Roma costruì una deviazione dell’acquedotto augusteo del Serino e l’acqua venne distribuita alle terme, alle fontane pubbliche e alle abitazioni più ricche. Poche erano le fognature e quasi tutte serventi le latrine pubbliche, le abitazioni si servivano di singoli pozzi assorbenti.
La Pompei antica aveva circa 20.000 abitanti tra i quali numerosi mercanti, liberti e schiavi, che potevano avere origine campana, greca, asiatica, e meno numerose erano le famiglie patrizie, solitamente di origine sannitica o romana.
Il centro mercantile era sempre più nella città a tal punto che le vecchie residenze si stringevano o scomparivano del tutto, invase da nuovi negozi e industrie, come pure i nuovi arricchiti adattavano a ricche residenze le severe case sannitiche, spesso unendo anche due o tre vecchi alloggi. Negli ultimi anni, con la pace augustea e il venir meno di ogni necessità difensiva, le costruzioni iniziarono a invadere e a scavalcare le possenti mura.
L’antica Pompei era governata da due reggenti, duoviri, in carica per cinque anni, i collaboratori erano i due aediles (preposti all’igiene, ai pubblici spettacoli, al mercato e al vettovagliamento della città) e il consiglio supremo, ordo decurionum, era formato da cento pompeiani eletti per meriti speciali.
Gli scavi di Pompei hanno restituito i resti della città, presso la collina di Civita, alle porte della moderna Pompei. I ritrovamenti, a seguito degli scavi sono iniziati per volere di Carlo III di Borbone intorno alla metà del 1700, e sono una delle migliori testimonianze della vita romana. Essi ci hanno infatti permesso di comprendere gli usi, i costumi, le abitudini alimentari e l’arte della vita di oltre due millenni fa.
In molti dicono che Pompei andrebbe visitata almeno una volta l’anno, perché sempre fonte di scoperta e di novità. Basti pensare che solo negli ultimi due anni sono stati ritrovati “L’ultimo fuggiasco”, un uomo di circa 35 anni ucciso da un masso di 300 chili scagliato dal Vesuvio nel 79 d.c, il quadretto di Leda e il cigno, la Stanza di Leda e l’atrio di Narciso ed è notizia di poche settimane fa il ritrovamento di un affresco che presenta una scena di lotta tra due gladiatori. Quello sulla sinistra è un «Mirmillone» della categoria degli «Scutati», l’altro in posizione di difesa è un «Trace», gladiatore della categoria dei «Parmularii», con lo scudo a terra.
Quali sono le principali “meraviglie” presenti all’interno degli Scavi di Pompei? Vediamole insieme, in questa breve descrizione, della nostra top 10!
Principali attrattive degli scavi di Pompei
Eccovi di seguito le principali attrattive che troverete una volta giunti presso gli Scavi di Pompei.
Villa dei Misteri
Villa dei Misteri si trova a poche centinaia di metri all’esterno delle mura della città di Pompei, sul lato nord, e con la sua pianta quadrata e la posizione in cima ad una collinetta, essa gode di una spettacolare vista sul golfo di Napoli. La Villa è stata riportata alla luce per buona parte nel 1909 ed è uno dei luoghi più visitati e affollati di tutti gli scavi di Pompei.
Una parte della villa è in realtà ancora oggi sommersa dalle ceneri e secondo gli esperti non ci sono oggetti di interesse, ciò farebbe pensare ad una probabile restaurazione in atto poco prima dell’eruzione del 79 d.C. Gli interni della villa presentano alcuni affreschi di ispirazione greca ed egizia, tra di essi, il più importante è quello relativo al mito di Dioniso del I secolo d.C.
Casa di Sallustio
Pompei è piena di Domus, con uno stile a metà tra le domus italiche e le case greche.
Ce ne sono tantissime, circa il 70% dell’area urbana della città era composta da case.
Le dimensioni delle abitazioni variano in base alla classe sociale dei proprietari ma mantengono gli stessi canoni architettonici: una pianta rettangolare, nessuna finestra, arredamento essenziale e sviluppo su due livelli.
Tra queste sicuramente la più bella è la Casa di Sallustio, che è una delle Domus più conosciute dell’antica Pompei e si trova nella parte più antica della città e risale al IV secolo a.C..
La Casa di Sallustio prende il nome da una iscrizione elettorale trovata sulla facciata dell’edificio stesso, in cui si invitava il popolo a votare per un certo Sallustio.
Il ritrovamento della Casa avvenne tra il 1805 e il 1809, e questa venne poi colpita e danneggiata da una bomba durante la Seconda Guerra Mondiale e solo, successivamente, nel 1970, avvennero le opere di restauro che la fanno diventare il gioiello archeologico di oggi.
Le caratteristiche dell’edificio sono quelle note per ogni domus di Pompei, in particolare la Casa di Sallustio aveva anche un collegamento diretto alla bottega alimentare della porta accanto.
Casa del Fauno
Un’altra Casa fantastica, che si trova sul fondo della Piazza ed è datata II secolo a.C. Questa era la casa di un esponente della classe sociale elevata.
Seppur il nome del proprietario sia ancora oggi sconosciuto, è facile notarne la ricchezza grazie alle sue caratteristiche. Nella Casa del Fauno è possibile ammirare una copia della statua del Fauno e del mosaico che raffigura la battaglia di Alessandro Magno contro i Persiani, mentre gli originali sono conservati e visitabili presso il Mann di Napoli.

I lupanari
Li abbiamo accennati prima, i Lupanari erano i luoghi dove poter incontrare le prostitute. Lupanare è il termine romano che si riferisce ai borghi di piacere e del sesso.
Uno dei più frequentati bordelli a Pompei è stato riportato alla luce con gli scavi borbonici, esso era solo uno dei circa 25 bordelli presenti in città.
Pur essendo situati agli angoli delle vie secondarie, bastava seguire i simboli fallici sulle facciate delle case per trovarli e, all’interno di questi edifici, alcuni dipinti in tema erotico accoglievano i clienti.
Il Foro di Pompei
Nel IV secolo a.C. Pompei aveva già il suo Foro, era un centro di commercio ben collegato alle principali potenze locali. A seguito della conquista romana della città, il Foro venne ampliato e modificato e poi, successivamente, nel II secolo a.C. alle botteghe di commercianti si aggiungono edifici religiosi e politici.
Sulla piazza del Foro di Pompei si affacciano botteghe artigiane, edifici di pubblica amministrazione e luoghi di riunione per il popolo. Sommerso da ceneri e lapilli con l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., il Foro di Pompei è stato riportato alla luce parecchi anni dopo la scoperta borbonica dei primi edifici.
Si affacciano sulla Piazza anche tre Templi: il Tempio di Apollo, il Tempio di Venere e il Tempio di Giove.
Tempio di Apollo
Il Tempio di Apollo è una delle costruzioni più antiche mai rinvenute tra le rovine della città antica di Pompei, all’interno di esso si ritrovano 48 colonne in tufo a costituire un peristilio che, inizialmente erano in stile ionico, ma che poi furono sostituite da altre di ordine corinzio, in seguito al terremoto del ’62.
Le colonne sorreggono un architrave, sempre in stile ionico, decorato con figure mitologiche e composizioni floreali. I piedistalli all’interno del tempio ospitavano statue di altri Dei, come Artemide, Venere, Ermes e Corinto.
La più importante di tutte è una statua in bronzo di Apollo arciere, commissionata dopo la distruzione di Corinto.
Gli originali di tutte queste statue sono conservati presso il Museo Archeologico di Napoli. Proseguendo il nostro cammino e salendo le scale fino al podio, troviamo altre 28 colonne corinzie e, nella parte centrale, la cella.
Durante l’epoca augustea venne aggiunto un orologio solare e divenne luogo di giochi in onore di Apollo: i Ludi Apollinari.
Nello stesso regio del Tempio o Santuario di Apollo si trovano anche: il Tempio di Giove, il Tempio di Venere, il Tempio di Vespasiano, il Tempio della Fortuna Augusta. Un capitolo a parte merita il Tempio di Giove.
Il Tempio di Giove
Il Tempio di Giove era dedicato in origine alla maggiore divinità del pantheon romano, ma poi, durante il periodo di Silla venne trasformato in Capitolium e adibito al culto della triade capitolina (Giove, Giunone, Minerva).
Al tempio, risalente al II sec. a.C., si accede tramite una scalinata d’accesso che porta ad un alto podio sul quale si trova la cella, che è preceduta da sei colonne ed è divisa in tre parti da un doppio ordine di colonne.
All’interno della cella è stata rinvenuta la testa della statua di Giove, mentre il pavimento è realizzato con blocchetti di pietra policroma romboidale disposti ad imitare cubi prospettici e la scalinata d’accesso, alle cui estremità si trovano due basamenti per altrettante statue. E’ caratterizzata al fondo da un basamento tripartito dove erano collocate le statue di culto.
L’Orto dei Fuggiaschi
L’Orto dei Fuggiaschi è sicuramente tra i punti di interesse più conosciuti negli scavi di Pompei. Esso era inizialmente un quartiere residenziale e all’interno di esso si trovava anche un triclinio estivo con letti in muratura.
L’Orto dei Fuggiaschi venne riportato alla luce tra gli anni ‘60 e ’70, e fu proprio in questi anni che gli archeologi scoprirono le 13 sagome umane coperte dalle ceneri dell’eruzione mentre tentavano di mettersi in salvo. I calchi dei 13 suddivisi in uomini, donne e bambini, giacciono ancora oggi nella posizione esatta del momento in cui vennero sorpresi dalle ceneri e dai lapilli.
Grande e Piccolo Teatro
I due teatri di Pompei, segnati del terremoto e dell’eruzione del Vesuvio nel I secolo d.C., sono stati riportati alla luce durante l’età borbonica. Entrambi erano punti di incontro e luoghi di cultura e d’arte per il popolo pompeiano.
Prima dell’eruzione del Vesuvio, il Grande Teatro vedeva il popolo assistere a spettacoli di mimi, commedianti, pantomimi e le cosiddette “atellane”, ossia commedie in tono farsesco. Ancora oggi il Grande Teatro di Pompei è un luogo di incontro per appassionati: in estate, il suo palco ospita rappresentazioni teatrali e concerti.
Il Piccolo Teatro è invece un edificio di epoca romana, costruito tra l’80 e il 75 a.C., a quei tempi per spettacoli musicali e recitazioni di poesie che intrattenevano i circa 1300 pompeiani nel pubblico.
Questo stesso pubblico era accomodato in base alla classe politica e sociale, diviso in tre aree, decorate e abbellite a seconda del benestare degli stessi.

L’Anfiteatro di Pompei
L’Anfiteatro di Pompei rappresenta l’ennesima meraviglia di Pompei, uno tra i più antichi e meglio conservati nel suo genere.
Teatro di atrocità, di lotte gladiatorie con gli animali più feroci, un po’ come lo è stato il Colosseo, l’Anfiteatro risale al 70 a.C., ed in seguito al terremoto del 62 d.C., l’edificio venne parzialmente distrutto e ristrutturato.
Durante l’eruzione del 79 d.C., ceneri e lapilli ricoprirono interamente l’Anfiteatro e forse anche per questo motivo risulta così ben conservato. La grandezza della struttura è tale da poter ospitare fino ad un massimo di 20 mila spettatori.

Il nostro appuntamento con la storia e con gli Scavi di Pompei termina qui. Alla prossima con i post di Napoli Fans!