‘O Panaro Napoletano: origini, storia e tradizione, nel post a cura di Napoli Fans
Nei vicoli affollati di Napoli, tra il vociare delle strade e l’energia vibrante della città, si erge un simbolo di tradizione e praticità: ‘o panaro napoletano. Questo speciale cesto di vimini, calato con grazia dalle donne napoletane, è più di un semplice contenitore per alimenti. È un’icona di un modo di vivere autentico e radicato nella cultura partenopea.
In questo post a cura di Napoli Fans vediamo insieme le origini, la storia e la tradizione legata all’utilizzo del panaro napoletano. Bentornati sul nostro portale!
Indice dei contenuti
Cos’è il panaro?
‘O panaro, con la sua struttura intrecciata di vimini e la sua forma caratteristica a cesto, è un compagno quotidiano per molte donne napoletane. Questo è utilizzato per trasportare la spesa, il bucato o anche oggetti personali, che vengono per l’appunto inseriti dal basso dal negoziante o da altri e portati verso l’alto dalla padrona di casa. Ovviamente, il passaggio può essere anche inverso.
Le origini e la storia del panaro napoletano
Il termine panaro deriva dal latino “panarum”, che significa cesta per il pane.
Quindi il suo uso, almeno inizialmente, era dedicato al contenimento del semplice e popolare alimento del popolo. Successivamente, però, si è diffuso nella popolazione locale, al Sud Italia e soprattutto nella città di Napoli, per scambiarsi beni con l’ausilio di una corda, posta all’estremità superiore della cesta. Se vogliamo, questo può essere considerato come un’opera dell’ingegno tutta napoletana. Infatti, le donne che abitano ai piani alti dei palazzi antichi, non dotati di ascensore, per trasportare ingenti spese, si servono di questo oggetto, che consente loro di non portare un peso elevato su piani e piani di scale. Grazie a questo, quindi, la donna napoletana può rimanersene tranquilla dov’è, dovendo solamente richiamare a sé il panaro al termine della transazione.
Ogni bottega, soprattutto in passato, aveva personale addetto al riempimento della cesta (i cosiddetti garzoni, ossia dei giovani apprendisti) e al ritiro del denaro.
Curiosità: il panaro non è solo napoletano, poiché veniva utilizzato anche in alcune zone del Nord Italia, anche se in misura meno frequente.
Con il tempo anche la forma e il materiale del panaro cambia: dal cesto di vimini si è trasformato in bacinelle di plastica, solitamente di colore azzurro.
Se negli ultimi anni stava iniziando a cadere in disuso, sostituito da ascensori e nuove tecnologie, con la pandemia da Covid-19, il panaro è tornato in auge, per consentire una rapida fruizione di beni di prima necessità, senza scendere dalla propria abitazione in tempi di lockdown. Quindi, è divenuto anche un mezzo salvavita, se vogliamo.
Il mercato e le sue conversazioni
Il mercato napoletano, con le sue bancarelle vivaci e i colori accesi, è il luogo perfetto per il panaro. Qui, le donne, nell’intento di acquistare il necessario per cucinare, molte volte intrattengono vibranti discussioni con i venditori, che nel frattempo riempiono il cestino con frutta fresca, verdura, formaggi e altro ancora. ‘O panaro diventa, quindi, anche il mezzo attraverso il quale si manifesta il carattere socievole e chiacchierone del napoletano.
Conclusioni
In ogni intreccio del panaro napoletano, si trova una storia, un legame con il passato e un’impronta indelebile sulla vita quotidiana a Napoli, in special modo nei suoi vicoli.
Questo cesto di vimini non è solo un contenitore, ma un fedele custode delle tradizioni, della vitalità del mercato e dell’ingegno della popolazione partenopea.
Nelle strade di Napoli, ‘o panaro diviene testimone di storie e simbolo di autenticità, che continua a tessere il suo legame con il cuore pulsante della città ed è divenuto oggetto che i turisti fotografano più spesso.
Alla prossima con le storie e le tradizioni napoletane, a cura dello staff di Napoli Fans!