Sergio Bruni, biografia del cantautore napoletano nel post di Napoli Fans
Sergio Bruni, il cantautore noto come “a voce ‘e Napule”, morì nel giugno del 2003, ma tuttora è ricordato come una delle voci più rappresentative della musica napoletana.
A quasi un centenario dalla nascita, ricordiamo la vita di questo straordinario artista, nel nuovo post dedicato alla canzone napoletana, a cura del nostro portale!
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La giovinezza di Sergio Bruni
Sergio Bruni, pseudonimo di Guglielmo Chianese, nasce a Villaricca, una cittadina vicino Napoli, il 15 settembre 1921. La sua famiglia è povera, così deve lavorare fin da piccolo. Ma all’età di 9 anni, segue la sua passione e si iscrive ad una scuola serale di musica. A soli 11 anni viene ingaggiato come suonatore di clarinetto per la banda del paese, ma la sua carriera non decolla.
Arriva la guerra e Sergio Bruni si arruola, pur continuando ad amare la musica e a cantare, ma prima ci sono i tedeschi da sconfiggere. E in uno scontro a fuoco con i nemici si procura una ferita grave che non gli permette più di camminare come prima.
Solo dopo il Secondo Conflitto Mondiale, inizia a frequentare una rinomata scuola di canto: quella del maestro Gaetano Lama e del cantante Vittorio Parisi. Sergio Bruni si fa subito notare e finisce per esordire sulle scene del teatro napoletano, più specificatamente al Teatro Reale. Ma il suo futuro non sarebbe stato lì.
Nel 1945 vince il concorso per nuove voci della RAI. Si classifica primo, distanziando notevolmente i rivali, con 298 voti. Il secondo classificato ne aveva riscossi solo 43. Vince tremila lire e un contratto come cantante.
Il successo di Sergio Bruni
Da quella vittoria la sua carriera decolla. Detiene infatti uno stile vocale che si riaggancia alla tradizione del bel canto napoletano. Canta così nelle trasmissioni radio che allora andavano per la maggiore. Da quel momento in poi cambia il suo nome e cognome da Guglielmo Chianese al nome d’arte Sergio Bruni, per non farlo confondere con un altro cantante che aveva quello stesso cognome.
Elabora uno stile molto personale che lo porta ad affermarsi nei Festival della canzone napoletana. Le sue “Marechiaro marechiaro”, “O ritratto ‘e Nanninella”, “Sciummo”, rimangono ancora oggi iconiche. Partecipa con successo in svariate edizioni del Piedigrotta-RaiTv.
Quando incontra il poeta Salvatore Palomba, la qualità dei testi cantati migliora nettamente. Il primo scrive versi poetici e immaginifici, l’altro li canta con quel suo stile lieve e delicato in un modo encomiabile. Grazie a questo sodalizio sono nati brani come “Carmela” e album come “Levate ‘a maschera Pulcenella”, che debutta poi in teatro e in tv. Riesce anche ad incidere la voce del grande Eduardo De Filippo nel loro disco “Una voce una città”, che rappresentava un tributo alla città campana. Incide anche uno storico album antologico sulla canzone napoletana, che ancora oggi è uno dei migliori documenti sulla canzone popolare partenopea, dalle origini fino al 1970.
L’attivismo di Sergio Bruni e la morte nel 2003
Questo cantante che sa ben interpretare il cuore più profondo della Napoli coeva, è anche un attivista. Da partigiano combatte i tedeschi e in età più matura invece si spende per la campagna elettorale di Bassolino, organizza concerti e testimonia il suo impegno costante per il bene della città.
Sergio Bruni si spegne per una crisi respiratoria all’ospedale Santo Spirito di Roma il 22 giugno del 2003.
Conclusioni
Sergio Bruni è un caposcuola della musica leggera napoletana, raccoglie attorno a sé un grande amore di pubblico e fan incalliti che lo seguono ovunque. Tuttavia oggi è poco conosciuto, e per rimediare a ciò Nino D’Angelo, suo grande ammiratore, incide nel 2008 l’album “D’Angelo canta Bruni”, per far conoscere al pubblico contemporaneo i maggiori successi del grande cantante campano.