Villa Pignatelli, Napoli: storia e info utili nel post di Napoli Fans
Bentornati nuovamente su Napoli Fans, il sito dedicato alla città partenopea, con tantissime info utili a conoscere la storia e la cultura made in Naples. Per l’argomento di oggi, vogliamo parlarvi di Villa Pignatelli a Napoli, quartiere Chiaia, della sua storia e delle sue origini, oltre che fornire utili info circa i due musei ubicati al suo interno: il Museo delle Carrozze e il Museo Principe Diego Aragona Pignatelli Cortés.
Buona lettura e benvenuti su Napoli Fans!
Indice dei contenuti
Villa Pignatelli: un’oasi nel cuore di Napoli
Che cos’è Villa Pignatelli?
La villa Pignatelli è un complesso monumentale sito nel quartiere Chiaia di Napoli, formato da:
- Villa costruita in stile neoclassico, uno dei più significativi esempi di architettura neoclassica della città partenopea;
- Giardino con tantissime varietà di piante rare;
- Museo delle Carrozze;
- Museo Principe Diego Aragona Pignatelli Cortés;
Quando nasce Villa Pignatelli? Qual è la sua storia? Scopriamolo nelle righe che seguono.
Villa Pignatelli, Napoli: la storia
Villa Pignatelli è un complesso monumentale voluto dal baronetto Sir Ferdinand Richard Acton, figlio di John Francis Edward Acton, VI Baronetto, primo ministro di Ferdinando I nel 1826.
La struttura è stata realizzata da Pietro Valente e Guglielmo Bechi, demolendo la preesistente abitazione appartenuta ai Carafa.
Alla morte di Action, nel 1841, la villa è stata acquistata da una famiglia di banchieri tedeschi, Carl Mayer von Rothschild, che qui vi abitarono fino al 1860, quando ai precedenti lavori se ne aggiunsero degli altri di abbellimento affidati a Gaetano Genovese. E’ in questo periodo che nasce la palazzina di tre piani nota come palazzina Rothschild.
Dopo l’Unità d’Italia, la villa fu ceduta al principe Diego Aragona Pignatelli Cortés, duca di Monteleone, che la trasformò in un luogo d’incontro culturale tra intellettuali dell’epoca, al quali partecipavano filosofi, letterati, aristocratici napoletani, e non solo.
Al 1897 risalgono la copertura del portico, le principali trasformazioni interne e la scelta dei mobili, fatti eseguire appositamente per gli ambienti dell’appartamento rispecchiando lo sfarzo nella rilettura degli stili del passato, di moda nell’ultimo trentennio del secolo.
Dal 1952 Villa Pignatelli fu donata allo Stato Italiano dalla principessa Rosina attraverso il Ministero della pubblica istruzione, mediante testamento pubblico, purché per suo volere:
“nessun oggetto potesse essere distratto a far parte di altre collezioni”.
L’obiettivo è farne un museo che perpetuasse il nome e la magnificenza dei nobili che qui vi abitarono. Assieme alla villa, la famiglia Pignatelli donò anche ciò che riuscì a raccogliere nel corso degli anni, come bronzi, argenti, libri antichi, porcellane e altri oggetti, che oggi compongono la villa.
Il Museo Principe Diego Aragona Cortés venne aperto al pubblico nel 1960. Nello stesso anno, ma inaugurato nel 1975 ed riaperto al pubblico solo nel 2014, nacque il Museo delle Carrozze di villa Pignatelli.
Villa Pignatelli: gli interni
Per ciò che concerne gli interni, Villa Pignatelli è composta da:
- Biblioteca
- Salottino Pompeiano
- Sala da ballo
- Salotto azzurro
- Sala da pranzo
- Salotto rosso
- Salotto verde
- Il vestibolo
- Salottino impero
- Primo piano
Biblioteca
Iniziamo la nostra guida di Villa Pignatelli con la Biblioteca. Utilizzata anche come sala da biliardo dagli Acton, era l’unica stanza dove si poteva fumare.
E’ illuminata con finestre che danno sul giardino e sulla veranda e le pareti offrono dipinti importanti come quelli raffiguranti le Storie della Vergine di Giovan Filippo Criscuolo.
Guardando alla stessa libreria, questa ospita libri di rilevate valore, come i volumi del Reale Museo Borbonico, pubblicati dal 1824 al 1827 e la Dichiarazione dei Disegni del Reale Palazzo di Caserta, edito dalla Regia Stamperia di Napoli del 1756, contenente i progetti del Vanvitelli. Infine potrete trovare i testi di letteratura italiana, francese e classici latini.
Il manufatto più significativo che troverete nella Biblioteca è l’elegante figura di Narciso di Vincenzo Gemito, con la firma e la data 1886, con il marchio Fonderia Gemito.
Salottino Pompeiano
Il Salottino Pompeiano è stato ideato da Guglielmo Bechi ed è un piccolo gabinetto da toletta semicircolare, utilizzato dagli ospiti per riordinare le proprie acconciature durante le serate e le feste che si tenevano in villa. Lo stile architettonico ricorda l’epoca pompeiana neroniana.
Le pareti sono ornate con giochi prospettici, quadretti di vedute, amorini e figure femminili, mentre nell’esedra spiccano due quadri che illustrano temi dell’epopea antica: Ila rapito dalle Naiadi, Marte e Venere realizzati da Nicola La Volpe e Gennaro Maldarelli.

Sala da ballo
La sala da ballo è situata nell’ala sinistra del piano terra, è rettangolare e si apre su sei balconi. Era la sala delle feste per i nobili e degli aristocratici partenopei.
E’ composta da specchiere con cornici in legno intagliato e scolpito da motivi vegetali di manifattura napoletana del secolo XIX, con lambris in finto marmo scandite da 24 paraste, sormontate da capitelli corinzi.
All’interno del salone troverete anche il busto dorato del conquistator Fernando Cortes, avo dei Pignatelli, proveniente dalla stele funeraria del monumento eretto nella chiesa dell’Ospedale del Gesù di Città del Messico.
Infine la sala è abbellita dai sontuosi lampadari di manifattura francese.
Salotto azzurro
Il Salotto azzurro era la camera dove la principessa era solita attendere e accogliere i propri ospiti. La sala conserva intatti gli arredi della famiglia Pignatelli e le pareti sono rivestite in stoffa damascata, che accolgono le fotografie di Rosina e dei reali.
Sulla consolle ottocentesca sono posti un orologio e candelabri in bronzo dorato, mentre sul camino in marmo è posto il grande orologio con figure allegoriche raffiguranti il Tempo e l’Astronomia, oltre che due Candelabri di fine ‘700.
Sala da pranzo
La Sala da pranzo rappresentava un ambiente per i pasti, sobrio ed elegante.
L’intera sala è arricchita da vasi e una serie di piatti raffiguranti costumi del Regno e soggetti legati a Pompei ed Ercolano.
Qui è possibile ritrovare anche un candelabro con decorazioni a fiori e un orologio con la raffigurazione del tempo, mentre sul parquet ci sono grandi vasi cinesi, risalenti alla dinastia Quing.
La tavola è apparecchiata con un servizio di rappresentanza della manifattura Bonneval di Limoges e raffiguranti degli uccelli. Poi abbiamo grandi centrotavola ad alzate, costituiti da raffinate sculture in biscuit che reggono sul capo un cestello con fregi fitomorfi.
Infine in quest’ambiente troverete anche dei bicchieri in cristallo di produzione inglese che portano lo stemma della famiglia Pignatelli.
Salotto rosso
E’ l’unico ambiente che ancora conserva le decorazioni commissionate da Carl Mayer von Rothschild negli anni ’50 dell’Ottocento al napoletano Gaetano Genovese.
Il pavimento è in cotto dipinto a finti marmi, mentre le pareti sono rivestite da una tappezzeria in damasco rosso, che si alterna alle grandi specchiere e agli infissi dorati.
Sul soffitto è visibile la tela raffigurante l’Allegoria dell’Architettura di Francesco Oliva.
Ai quattro angoli della sala sono collocati putti reggi-candelabri in bronzo dorato di manifattura francese databili seconda metà del secolo XIX, mentre sul camino in marmo spiccano un orologio e due candelabri sempre francesi.
Su un tavolo d’angolo vi è una ciotola cinese della dinastia Qing della prima metà dell’Ottocento con decorazioni floreali e scene di vita di corte.
Sulle imponenti consolle neo-barocche in legno intagliato e dorato, ci sono dei candelabri francesi e alcuni vasi cinesi.
In una vetrina all’ingresso sono conservati il busto autoritratto di Leopoldo di Borbone, e il piccolo disegno di Giacinto Gigante raffigurante Casa Acton a Chiaia.
Nelle vetrine che affiancano la porta di accesso al Salotto Verde si possono vedere alcuni oggetti in argento, bronzo e cristallo.

Salotto Verde
Il Salotto Verde si trova tra la Sala da pranzo e la Biblioteca. Qui troverete la raccolta di porcellane di Rosina Pignatelli e comprende pregiati esemplari delle più importanti fabbriche italiane e straniere, legate al periodo del ‘700 e dell’800.
Sono da ammirare, inoltre, il cofanetto con necessaire da toletta, decorato a scene pastorali, provenienti da Staffordshire, Inghilterra, datato fine del secolo XVIII e la Gatta e cucciolo di fine secolo XVIII, di manifattura giapponese Arita.
Guardando gli arredi, merita una menzione lo scrittoio con alzata ornato da placche di porcellana di manifattura francese della seconda metà del ‘700, sul quale poggia un prezioso orologio in bronzo dorato e inserti in porcellana e smalti di manifattura francese dell’800.
Il vestibolo
Il vestibolo ha un pavimento a tessere marmoree al cui centro vi è collocato un tavolo tondo in legno, marmi policromi e pietre dure e quattro panche curve in legno addossate alle pareti con nicchie adornate da stucchi, entro i quali sono collocati dei vasi giapponesi del periodo Edo, stile Imari, databili alla seconda metà del Settecento.
Sulla destra si affaccia una balconata che lascia entrare la luce proveniente da un lucernaio. Qui si trova il busto di Innocenzo XII Pignatelli di Domenico Guidi.
Salottino impero
A sinistra del vestibolo si accede a un’altra sala, chiamata Salottino impero, arredata con quattro grandi specchiere e parato in carta con effetto vellutato e decori in oro.
Lungo le pareti vi sono quattro vetrine, che accolgono alcuni piatti delle manifatture di Limoges, miniature e maioliche dei Castelli d’Abruzzo.

Primo piano
Il primo piano in passato ospitava l’appartamento privato dei Pignatelli.
Il boudoir, all’epoca arredato con mobili in stile impero, conserva ancora i caratteri originali di un salotto tardo-ottocentesco, dove la principessa era solita ascoltare con i suoi intimi amici i dischi da lei collezionati, mentre accanto vi era un locale di dimensioni ridotte adibito a studiolo, dove si custodisce oggi parte del patrimonio librario.
Accanto vi era la toilette personale di principe Diego, che ancora conserva i due grandi lavabi in marmo e una enorme vasca in marmo di Carrara, scolpita con putti e stemmi della casa.
Dal lato opposto invece si trovano tre camere da letto e un corridoio di disimpegno, il quale conduceva alla sala da pranzo e alla toilette della principessa e degli ospiti. In questi ambienti oggi ha sede della Casa della Fotografia.
Villa Pignatelli, gli esterni
La veranda
La veranda in origine aveva un grande parterre aperto sul giardino e proiettato verso il mare. Questo spazio costituiva il raccordo tra gli ambienti interni del piano terra e il parco circostante. La copertura in ferro e vetro aggiunta a fine Ottocento e la creazione di porte-finestre tra le colonne ne stravolsero il primitivo significato, trasformandola in una sorta di giardino invernale.
Lo stile con il quale è stata realizzata la veranda ricorda molto lo stile neodorico dei templi di Paestum.
Qui troverete:
- due busti in marmo di seconda metà del ‘700 di papa Innocenzo XII Pignatelli e di papa Clemente XI Albani;
- scultura in marmo del Duca Diego di Monteleone di Leonardo Pennino;
- statua della Danzatrice di Carlo Kelly;
- tre sculture ottocentesche raffiguranti Venere con pomo, Venere che esce dal bagno e Venere con delfino e putti alati;
La veranda è oggi destinata a concerti, conferenze e altri eventi culturali.
Il giardino
Il giardino è uno dei pezzi forti di Villa Pignatelli. Disegnato da Guglielmo Bechi, il giardino ha uno stile all’inglese: qui vi si trovano viali, una fontana e una selezione di piante disposte a boschetto.
Il giardino è caratterizzato dalla presenza di essenze rare e secolari, grandi alberi di Araucaria excelsa all’ingresso, i lecci, i pini mediterranei, esemplari di Grevillea Robusta, un Ficus magnolioidesa all’entrata, la Magnolia grandiflora sul prato innanzi il fronte posteriore della casa, oltre che numerose piante di Strelitzia augusta e di Camelia japonica. Infine non mancano le palme, tra cui spiccano la Washingtoniafilifera, la Phoenix canariensis, la Phoenix dactylifera, la Phoenix reclinata, la Chamaeropshumilis.
Museo delle carrozze
Il Museo delle carrozze ha sede negli ambienti prima adibiti a scuderie e rimesse, collocati al piano terra della palazzina Rothschild. Inaugurato nel 1975 da Raffaello Causa e intitolato al marchese Mario d’Alessandro di Civitanova, qui troverete una raccolta di carrozze che il marchese aveva collezionato nel corso di tutta la sua vita.
A queste si aggiungono quelle del marchese Spennati, il conte Dusmet, il conte Leonetti di Santojanni, fino alla più recente donazione Strigari del 1979.
Chiuso per lunghi anni, il Museo delle Carrozze è stato riaperto nel giugno 2014.
Villa Pignatelli: info e orari
Indirizzo
Riviera di Chiaia 200, Napoli
Orari
8:30-17:00 (chiuso il martedì)
Come arrivare
Bus: ANM R3 Riviera di Chiaia
Bus: ANM R7 Via Riviera di Chiaia
Bus: CTP M1NB Via Riviera di Chiaia
Prezzo dei biglietti
Intero:
Museo: 5,00 euro
Parco: 2,00 euro
Ridotto: cittadini della comunità europea di età compresa tra i 18 e i 25 anni
Museo: 2,50 euro
Parco: 1,00 euro
Biglietto cumulativo Museo Nazionale di Capodimonte, Certosa e Museo di San Martino, Castel Sant’Elmo, Villa Pignatelli e Museo Duca di Martina
Intero € 10.00, durata 2 giorni, il biglietto dà diritto ad un solo accesso in ciascun sito
Il nostro post alla scoperta di Villa Pignatelli, termina qui. Alla prossima con i post dedicati alla storia e alla cultura della città partenopea, a cura di Napoli Fans!