Eleonora Pimentel Fonseca: la vita della famosa attivista

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Biografia di Eleonora Pimentel Fonseca nel post di Napoli Fans

Eleonora Pimentel Fonseca è una donna di cultura, che ha dominato la scena intellettuale napoletana del ‘700. In suo onore è stata anche creata una scuola femminile nella città partenopea, dove ha studiato un’altra intellettuale napoletana: Matilde Serao.

Ma chi è Eleonora Pimentel Fonseca? Perché viene considerata un’eroina? Ripercorriamo le tappe principali della sua vita nelle righe che seguono: buona lettura a tutti da Napoli Fans!

I primi anni  della sua vita

Leonor da Fonseca Pimentel Chaves nasce a Roma il 13 gennaio del 1752. La sua famiglia era originaria del Portogallo, ma vissero a Napoli dopo essere stati per un periodo a Roma. Eleonora Pimentel Fonseca è fin da piccola una bambina molto dotata e già da piccolissima sa leggere e scrivere in latino e greco; così suo zio, l’abate Antonio Lopez, si prende cura della sua formazione, visto quanto appare talentuosa. 

Precoce, fa parte da giovanissima a due delle accademie più prestigiose della città: l’Accademia dei Filaleti e l’Accademia dell’Arcadia. Inizia a quell’età anche una corrispondenza con Metastasio, che durerà poi per tutta la sua vita. Dai 18 anni in poi, il poeta le invia i suoi componimenti per avere la sua opinione.

Eleonora Pimentel Fonseca scrive a sua volta. Per il matrimonio di re Ferdinando IV e Maria Carolina d’Austria ha così l’incarico di comporre una sua poesia. Scrive un epitalamio dal titolo il “Tempio della gloria”, la sua prima pubblicazione. Aveva solo 16 anni.

Ma compone anche opere di carattere finanziario, dissertazioni, in varie lingue, perché è capace di leggere e scrivere in francese, italiano e portoghese, oltre al già citato latino e greco. 

La maturità e il matrimonio

Eleonora Pimentel Fonseca si sposa nel 1778 con un tenente dell’esercito di 43 anni, Pasquale Tria de Solis, quando lei ne ha 26. Dopo qualche anno nasce un figlio, ma morirà presto, a soli 8 mesi. Da allora non vorrà più averne. Subisce ripetute violenze e abusi domestici, così forti e prolungati nel tempo da avere ben 2 aborti. 

E’ il padre a salvarla, facendola separare nel 1784. Purtroppo però, appena un anno dopo muore, lasciandola sola e senza soldi. Le è concesso un sussidio dal re, della durata di 12 mesi. 

L’attività politica

Eleonora Pimentel Fonseca è quella che oggi si definirebbe un’attivista. Se in giovinezza è una fedele sostenitrice della monarchia, tanto da comporre opere in suo favore, con la maturità tutto cambia. Partecipa così alle rivolte giacobine ed è tra quelli che aiutano l’entrata delle truppe francesi a Napoli; infine partecipa alla famosa e alquanto sfortunata Repubblica Napoletana. Il nome della Fonseca è già nel 1794 iscritto tra i “rei di Stato” per aver parteggiato nel tentativo di rivolta giacobina interrotta con la condanna a morte dei colpevoli della stessa, e nel tempo la sua posizione peggiora.

La stessa sovrana Maria Carolina, che aveva in precedenza un rapporto di amicizia con Eleonora e con la quale partecipa ai salotti degli illuministi napoletani dell’epoca, si sente tradita per il suo essere a favore della Repubblica, interrompendo l’amicizia a seguito della Rivoluzione Francese e la morte della sorella Maria Antonietta.

Illuminista, rivoluzionaria, La Fonseca è arrestata nel 1798 per il possesso di alcune copie dell’Encyclopédie francese. E’ stata inoltre anche corrispondente di Voltaire dal 1776. 

Dirige la prima pubblicazione periodica politica partenopea dell’epoca: Il Monitore Napoletano. Il giornale va avanti dal 2 febbraio all’8 giugno 1799 e contiene una dura condanna del regime monarchico. 

La morte di Eleonora Pimentel Fonseca

Quando la Repubblica Napoletana cade da lì a poco (restaurando la monarchia), Eleonora Pimentel Fonseca si trova in guai seri. Aveva trascorso infatti tutto il tempo della pubblicazione de Il Monitore Napoletano, a scrivere caustici editoriali contro i re, ed ora si ritrova ad essere la nemica numero 1 del nuovo regime appena rifondato. Aveva solo 47 anni quando è condannata a morte e impiccata. Ma non ha paura fino alla fine della sua vita.

Impiccata dopo gli altri compagni di lotta repubblicana, declama gli ultimi versi prima di spirare, nello specifico una citazione virgiliana:

“Forse un giorno ci farà piacere ricordare anche queste cose”. 

Il nostro post dedicato ad Eleonora Pimentel Fonseca, termina qui. Alla prossima con le biografie dei personaggi che hanno fatto la storia della città di Napoli, a cura del  nostro portale!