Banco di Napoli, storia della famosa banca napoletana, nel post a cura di Napoli Fans
Il Banco di Napoli è stata una delle organizzazioni bancarie più antiche e importanti d’Italia e del mondo. Recenti ricerche degli esperti Eduardo Nappi e Domenico de Marco permettono di fornire nuove notizie, e far risalire le sue origini addirittura al XV secolo.
Il Banco di Napoli è entrato nella storia della città partenopea e può essere considerata un’istituzione, che però è stata inglobata nel 2002 dall’istituto Intesa San Paolo (tranne un breve intermezzo nel 2007 nel quale vennero riaperte alcune filiali nel sud Italia).
In questo post a cura di Napoli Fans ripercorriamo insieme la storia dell’importante istituto di credito napoletano. Bentornati sul nostro portale!
Indice dei contenuti
Le Case Sante
Il Banco di Napoli nasce in origine dai cosiddetti banchi pubblici dei luoghi pii, nati a Napoli durante il 1500, in particolare del Banco della Pietà, fondato nel 1539 (per concedere prestiti senza interessi ai cittadini che ne avevano bisogno) dai tre nobili napoletani Aurelio Paparo, Gian Domenico di Lega e Nardo di Palma Castiglione.
Ma attenzione: alcuni studiosi hanno datato le origini del Banco di Napoli al 1463, attraverso il lavoro della Casa Santa dell’Annunziata. Se ciò fosse vero, il Banco di Napoli sarebbe riconosciuto come la banca più longeva al mondo.
Come detto, quindi, alle origini non si tratta di banche commerciali nel senso moderno del termine, poiché quelle nascono diversi secoli più tardi. Si tratta invece di casse di deposito, molto spesso istituite da enti religiosi o benefattori privati, che possono avere una doppia funzione. Da un lato permettono di depositare piccole somme di denaro, che in caso contrario sarebbero state tenute in casa col rischio di furti; dall’altro, concedono prestiti in cambio di pegni, cioè oggetti materiali dati a garanzia.
L’aspetto importante è che si tratta di un’attività senza scopo di lucro, nata per fornire un servizio alle classi popolari e meno abbienti. A Napoli, questi istituti sono denominati case sante.
I Monti di Pietà
Sulla stessa linea si muovono i Monti di Pietà, istituiti sotto spinta dell’Ordine Francescano. Secondo le leggi dell’epoca, ai cristiani è vietato prestare denaro con richiesta d’interessi, e “guadagnar denaro con il denaro” è una pratica empia e paragonata all’usura. Per questo motivo, sono solo gli ebrei ad avere per molto tempo il monopolio di queste attività.
I Monti di Pietà, invece, avevano fini di solidarietà, e i tassi d’interesse molto bassi possono essere intesi come spese di gestione, e non quindi come motivo di lucro.
Altri istituti simili, fondati in Napoli tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600 sono:
- Banco dei Poveri (1563);
- Banco della Santissima Annunziata (1587);
- Banco del Popolo (1589);
- Banco dello Spirito Santo (1590);
- Banco di Sant’Eligio (1592);
- Banco di San Giacomo e Vittoria (1597);
- Banco del Salvatore (1640);
Nascita del Banco di Napoli
Dall’unione di queste esperienze, nel 1539 alcuni nobili, in particolare Aurelio Paparo e Nardo di Palma, fondano il Monte della Pietà nel quartiere della Giudecca, vicino all’attuale piazza Nicola Amore. Negli anni successivi, comincia a ricevere anche depositi da parte della nobiltà e viene nominato ufficialmente “Banco” dal Re Di Spagna Filippo II nel 1584.
Non è l’unico Banco in città, ne esistevano molti altri con scopi simili. Alcuni falliscono, altri invece proseguono per molto tempo la loro attività fino al 1794, quando il Re Ferdinando IV decreta che tutti avrebbero dovuto fondersi nel nuovo organismo denominato Banco Nazionale di Napoli.
Negli anni il Banco di Napoli muta denominazione e struttura. Il re di Napoli Gioacchino Murat trasforma il Banco di Napoli in una società per azioni, con funzioni simili alla Banca di Francia, attraverso la Cassa di Corte e Cassa dei Privati. La nuova denominazione è Banco delle Due Sicilie.
Ma con l’Unità d’Italia anche il Banco delle Due Sicilie cesserà di esistere: al suo posto l’istituto è denominato Banco di Napoli. Questo avrà una funzione importantissima, poiché si occuperà dell’emissione della moneta del Regno d’Italia. Funzione che ricopre per oltre 65 anni.
Anche le sedi cambiano: dall’originaria sede del Monte di Pietà, la banca si sposta a Via Toledo. Al tempo stesso apre diverse filiali in giro per l’Italia, poi nel mondo.
Il Banco di Napoli nel Novecento
Il banco attraversa i molti capovolgimenti storici senza subire tracolli economici, e anzi, crescendo in modo costante e proficuo. Una tappa molto importante della sua storia è l’apertura della filiale di New York, nel 1909.
Questa apertura porta un grande beneficio per tutti gli immigrati italiani, che fino a quel momento devono pagare commissioni molto alte per inviare denaro in Italia.
Con l’apertura della filiale e grazie alla presenza di molti rappresentanti nelle diverse zone degli Stati Uniti, queste commissioni diminuiscono in maniera decisa.
Durante la crisi del ’29, il Banco di Napoli è attivo nel salvataggio di alcune banche locali del sud Italia. Nel 1991 il Banco di Napoli diviene società per azioni.
Il Banco di Napoli, come detto, è entrato di diritto nella storia della città, anche dal punto di vista sportivo. Quasi da leggenda l’operazione portata avanti dall’allora presidente del Napoli Corrado Ferlaino e l’iconico istituto di credito per portare in città il calciatore più importante al mondo: Diego Armando Maradona. Dopo mesi di trattative, infatti, il Banco di Napoli (con Ferdinando Ventriglia), emette il famoso bonifico necessario a portare al San Paolo il calciatore argentino.
Il Banco di Napoli oggi
La storia del Banco di Napoli prosegue fra successi e momenti critici per tutto il Novecento, fino a che la maggioranza delle sue azioni viene acquisita dalla Banca Nazionale del Lavoro e dall’INA nel 1997. Nel 2002 il Banco di Napoli viene incorporato dal gruppo San Paolo IMI.
Ma la storia non finisce qui. Infatti, il Banco di Napoli S.p.A. viene scorporato dal gruppo Intesa SanPaolo e rinasce nel 2007 in Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Nel 2018, però, il Banco di Napoli è di nuovo incorporato in Intesa Sanpaolo.