Il Napoli e quella paura di passare da stagione memorabile a una inconcludente

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GaeC86, CC BY 4.0 , via Wikimedia Commons

Erano molto alte le aspettative per la nuova stagione del Napoli. Gli azzurri si sono presentati al via con un organico quanto mai competitivo, ricco di tante alternative e con alla guida un maestro come Carlo Ancelotti, che, dopo il primo anno di “ambientamento” e un secondo posto in Serie A, sarebbe dovuto essere pronto a far rendere il Napoli al suo massimo splendore. E invece l’inizio di annata non è stato così entusiasmante come previsto.

 

I partenopei sono già ben distanti dalla vetta della classifica, con l’Inter che marcia a spron battuto e la Juventus a incalzarla a breve distanza. Il rischio che il campionato diventi una mera suppellettile alla stagione in attesa che si concluda con un piazzamento Champions non è da escludere. Una situazione già vissuta lo scorso anno, quando il Napoli restò in corsa però almeno fino a dicembre per poi dare il via libera alla fuga della Juventus. Le dichiarazioni di De Laurentiis e di Ancelotti che annunciavano un Napoli pronto a vincere, insomma, potrebbero trasformarsi in un clamoroso boomerang. Lo scudetto manca oramai dal lontano 1990, ma gli albori di questa stagione lasciano presagire che l’attesa debba proseguire. Non caso anche Betway offre una quota molto alta per la vittoria finale dei partenopei, dati a 7.00, rispetto all’1.53 della Juve e al 3.75 dell’Inter (quote al 3 ottobre 2019).

Un po’ meglio sembrano andare le cose in Champions League. Gli azzurri finalmente hanno potuto contare su un sorteggio non troppo complicato, finendo in un girone alla portata con Liverpool, Salisburgo e Genk. Tolti gli inglesi, le altre due compagini sono di livello inferiore. L’avvio è stato fantastico, con un successo per 2-0 contro i Reds, siglato dalle reti di Mertens su rigore e di Llorente nei minuti di recupero. Tre punti che sembravano potessero aprire le porte della qualificazione, che invece è stata rimessa in discussione da un deludentissimo pareggio a reti bianche in case del modesto Genk. Colpa di un pizzico di sfortuna, con tre clamorosi pali colpiti, e di scelte tecniche molto discutibili da parte di Ancelotti, che ha schierato giocatori fuori condizione come Milik, Lozano e Allan, autori di prestazioni al limite dell’accettabile, lasciando in panchina Mertens e Llorente e spedendo addirittura in tribuna Insigne. Un’altra gara molto deludente, che ha fatto da seguito a quelle altrettanto mediocri disputate contro Cagliari e Brescia, in cui sono stati raccolti solo tre punti.

Il Napoli ora è con le spalle al muro e non può più permettersi passi falsi, se vuole continuare a cullare speranze per lo scudetto e cercare di superare il turno a gironi di Champions. Molto dipenderà dalla capacità di Ancelotti di trovare la quadra a una squadra che è ancora troppo discontinua e che non pare avere una propria identità, anche a causa dei continui cambiamenti apportati dal tecnico romagnolo. Da sistemare ci sono anche le vicende che riguardano Lozano e Milik. Il messicano è stato l’acquisto più caro della storia del Napoli. Pagato la bellezza di 42 milioni, dietro le pressioni di Ancelotti, aveva iniziato come meglio non avrebbe potuto la sua avventura in maglia azzurra, segnando dopo pochi minuti dall’ingresso in campo un gol alla Juventus. Da lì in poi, però, è stato buio pesto, con prestazioni poco convincenti, figlie anche di una posizione in campo che mal si abbina alle sue caratteristiche di scattista. Diverso il discorso per Milik. Il polacco è stato il miglior marcatore della passata stagione dei partenopei, con ben 20 gol segnati senza calciare nemmeno un rigore. In estate, però, è stato pesantemente messo in discussione da De Laurentiis che ha cercato in tutti i modi di ingaggiare Icardi al suo posto. Una mancanza di fiducia che ha mandato in tilt il centravanti ex Ajax, che ora fatica anche a riprendersi dai postumi di un infortunio patito in estate e che vede Mertens e Llorente partirgli puntualmente davanti. Di certo c’è che il polacco non verrà lasciato da solo, perché Ancelotti ha l’indubbio merito di far sentire partecipi tutti i componenti della rosa. Ma le questioni all’ordine del giorno riguardano anche lo schieramento tattico e il centrocampo, dove ancora non sono chiari ruoli e compiti. Ruiz e Zielinski si alternano in cabina di regia con risultati altalenanti, Alla continua a giocare a fronte di una condizione appena accettabile, Insigne viene messo continuamente in discussione. Insomma, non esattamente il quadro che si attendeva dopo un anno di gestione di Ancelotti.