Porto di Napoli: storia e informazioni su uno dei porti più importanti d’Europa, oggi su Napoli Fans
Come accade per ogni altra città di mare, anche il Porto di Napoli è parte integrante della località che lo ospita. Uno non esiste senza l’altro e, anzi, si può dire che sia stata la città a formarsi intorno al suo porto. Quello di Napoli si estende al centro della città partenopea per una lunghezza di circa 12 km complessivi ed è cresciuto insieme alla città, alternando periodi di splendore ad altri di decadenza.
Ma vediamo la storia e alcune informazioni utili sul porto di Napoli, in modo da conoscere meglio questa parte importante della città. Bentornati su Napoli Fans!
Indice dei contenuti
Porto di Napoli: le origini e il periodo romano
Quando nasce il porto di Napoli?
Non abbiamo, da questo punto di vista, informazioni certe a riguardo. Ma secondo la maggior parte degli studiosi, la fondazione del porto di Napoli va fatta risalire intorno all’VIII Secolo Avanti Cristo, quando i Cumani decidono di creare la città nuova o Neapolis. I coloni greci sfruttano, da questo punto di vista, un’insenatura naturale a Nord dell’odierno Golfo di Napoli, il quale si estende per diversi chilometri dal centro della città fino ad arrivare alla parte più ad Oriente.
Nell’età greca, sotto l’influenza ateniese, si conosce il massimo sviluppo del porto partenopeo, che diviene uno dei principali punti di attracco per le navi dell’epoca, in Italia. Questa colonia greca diviene sempre più importante per il traffico commerciale e di uomini per tutto il Mediterraneo.
Dopo la conquista romana, il porto di Napoli diviene un enorme bacino protetto, che occupa l’area dell’attuale piazza Municipio. Per i romani quest’area ha principalmente funzioni militari. Da un documento risalente intorno all’anno 1000, si identificano nell’area del porto, due differenti punti: il portus Vulpulum e portus de Arcina, quest’ultimo attiguo al primo. Ma ben presto l’Impero Romano si sgretola e con esso anche Napoli cambia la struttura del suo porto.
Il porto di Napoli dopo i romani
Proseguendo nella storia del porto di Napoli, dopo la dominazione romana bisognerà attendere l’arrivo dei Normanni, attorno all’anno 1000 D.C., per tornare ad una crescita.
Uno sviluppo tale da farlo entrare nella Lega Anseatica del 1164 (questa è un’alleanza di città europee, soprattutto del Nord Europa, che dal tardo medioevo fino all’inizio dell’era moderna, detiene quasi il monopolio dei commerci su gran parte del continente). Napoli viene scelta insieme a Messina e Livorno come città italiane facenti parte di questa alleanza.
Durante il regno di Federico II, i pisani stanziano un proprio punto commerciale presso la città partenopea, il quale è chiamato appunto il Porto dei Pisani e diviene il fulcro fondamentale per i loro commerci.
Passato poco più di un secolo e mezzo, tocca agli Angioini, successori dei Normanni, operare un ampliamento del porto, nello specifico ad opera di Carlo II d’Angiò.
Intorno al 1307 spunta un’altra importante costruzione: stiamo parlando del Molo Angioino, adiacente a Castel Nuovo. Tocca ad Alfonso I di Napoli far realizzare poi il Braccio Alfonsino ad Est del Molo Angioino. Passando dagli Angioini agli Aragonesi, nel 1487, è Ferrante d’Aragona a ordinare la costruzione del Faro “Lanterna del Molo”, che diviene uno dei simboli di Napoli fino alla sua demolizione, avvenuta nei primi anni del ‘900 per fare spazio alla Stazione Marittima.
Il porto di Napoli durante il regno borbonico
Sotto il Regno dei Borbone, il porto di Napoli diventa uno dei più attrezzati e moderni al mondo. Viene realizzato il molo San Gennaro su progetto di Giovanni Bompiede, che diviene un fortino di difesa dagli attacchi via mare. Poi abbiamo il molo dell’Immacolatella, che invece è dedicato al commercio.
Quello che era l’Arsenale si trasforma poi in un cantiere navale di rilevanza europea. Non a caso qui viene inaugurato il “Real Ferdinando I” nel 1818, ovvero la prima nave a vapore del Mediterraneo.
Il porto di Napoli diviene così il fiore all’occhiello della città napoletana. Almeno fino all’Unità d’Italia. Come tante altre cose, l’unità italiana porta via un altro pezzo su cui Napoli aveva costruito in passato la sua forza economica e commerciale.
Dall’Unità d’Italia al periodo fascista
Dopo l’Unità d’Italia si assiste quindi, come anticipato, a una relativa perdita di importanza del porto napoletano. Ciò nonostante, il Molo San Gennaro viene allargato tra il 1878 ed il 1887. Proprio per l’occasione furono ultimati i lavori per il collegamento ferroviario.
Sotto il regime Fascista, tuttavia, il porto di Napoli ritorna ad avere una sua importanza strategica: nel 1932 viene progettata, infatti, la Stazione Marittima, che viene ultimata poi nel 1936. Questa prende il posto dell’antico molo grande e vengono anche abbattuti i magazzini del deposito franco e la lanterna. Successivamente viene eliminato anche il porto piccolo.
Il porto di Napoli oggi
Oggi, all’interno del porto, il traffico è suddiviso tra navi da crociera, aliscafi, traghetti e navi mercantili, per un totale di 14 moli. Al Molo Angioino e Beverello approdano le navi da crociera, così che i turisti possano comodamente visitare la città; Calata Porta Massa, Calata Piliero e Molo Immacolatella Vecchia accolgono invece i traghetti. Per chi desidera visitare Ischia o Capri, punti di partenza sono i Moli Beverello e Mergellina.
Ad oggi sono oltre 7 milioni i passeggeri che transitano al porto ogni anno, mentre sono circa 22 milioni le tonnellate di merci che passano per Napoli da tutto il mondo.
Il porto è divenuto importante crocevia per il mercato turistico, e più specificatamente crocieristico, con MSC e Costa Crociere, che includono Napoli nei loro itinerari turistici. Ma non solo loro: sono tante le compagnie crocieristiche che ogni anno attraccano a Napoli. Oltre alle crociere, anche traghetti e aliscafi per le isole e località turistiche del Sud sfruttano l’attracco napoletano come partenza o arrivo.
Come raggiungere il porto di Napoli?
Il porto è facilmente raggiungibile in auto e con i mezzi pubblici (bus, funicolare e metro fermata “Municipio”).
Il nostro approfondimento dedicato al porto di Napoli, termina qui. Alla prossima con i post a cura di Napoli Fans!