La Ruota degli Esposti a Napoli: storia e origini di questa pratica

ruota degli esposti napoli

La Ruota degli Esposti a Napoli: storia e origini di questa pratica, nel post a cura di Napoli Fans

C’era un tempo in cui i bimbi indesiderati venivano affidati alle cure della chiesa o delle strutture ospedaliere, sperando in un futuro migliore rispetto a quello che li avrebbe attesi con i propri genitori naturali. Questa pratica a Napoli avveniva con la famosa Ruota degli Esposti, che richiama appunto una ruota all’interno della quale veniva posizionato il neonato del quale non si poteva provvedere alla crescita, mediante l’ingegnoso sistema che ne permetteva di salvaguardare l’anonimato della famiglia.

Nel capoluogo partenopeo questa dolorosa pratica era presente presso il complesso monumentale della SS.Annunziata, nel quartiere Pendino.

In questo post esploreremo la storia e le origini di questa pratica nella città partenopea. Bentornati su Napoli Fans!

Cos’è la Ruota degli Esposti?

La “Ruota degli Esposti” è un termine che fa riferimento a un’antica pratica, principalmente legata alle strutture ospedaliere, che consentiva a genitori anonimi di lasciare i propri neonati indesiderati in un luogo sicuro. Questa pratica era diffusa in diverse parti d’Europa e faceva parte anche della storia di Napoli.

La ruota, nello specifico, era un’apertura circolare posta all’esterno di un edificio dell’ordine, come quello presente presso il complesso della SS Annunziata, che consentiva ai genitori di lasciare il loro bambino in modo anonimo e senza essere visti.

Le origini medioevali della Ruota degli Esposti

La Ruota degli Esposti ha origini molto antiche, risalenti al periodo medievale. La sua istituzione è spesso attribuita all’Ordine dei Fatebenefratelli, un ordine religioso dedicato all’assistenza agli ammalati e agli indigenti. Questa pratica fu creata intorno al XII secolo in Europa, arrivando a Napoli intorno al XIV secolo. 

La scelta del complesso della SS Annunziata non era casuale: infatti, questo si occupava, già dai primi del ‘300, prevalentemente di bimbi trovatelli, a cui veniva data una seconda possibilità. Questi divenivano “Figli della Madonna”, che da quel momento in poi vegliava su di loro.

Le ragioni alla base di questa usanza erano sia sociali che economiche. Nel contesto storico, la nascita di un bambino non voluto poteva portare a gravi conseguenze per la madre e la famiglia. La Ruota degli Esposti offriva così un’opzione anonima e sicura per lasciare il neonato in modo che potesse essere accudito dall’ordine religioso o dall’ospedale. Questo evitava il peso sociale dell’infamia e delle possibili conseguenze giuridiche a carico del genitore.

Il cognome Esposito a Napoli

Tutti noi sappiamo che il cognome più diffuso a Napoli è certamente Esposito. Le origini di questo cognome sono proprio da ricercarsi nella Ruota degli Esposti.

Il primo “Esposito” della storia di Napoli fu registrato il 1° gennaio del 1623: fu un piccolo a cui venne dato il nome di Fabrizio.

La pratica di dare il cognome Esposito ai trovatelli della ruota fu interrotto da Gioacchino Murat, che preferì invece dare loro un cognome differente, in base ad una particolarità fisica o personale del piccolo, per non marchiare a vita il malcapitato.

In generale, collegati alla Ruota, vi sono tutti i cognomi simili ad Esposito, come Sposito, Degli Esposti, e via discorrendo.

Il funzionamento della Ruota degli Esposti

Il funzionamento della Ruota degli Esposti era piuttosto semplice. Una volta che i genitori mettevano il neonato nella ruota (fatta in legno), questa veniva girata dall’esterno in modo che il bambino entrasse nell’edificio senza che chi l’avesse lasciato potesse essere identificato. Una volta azionata la ruota si attivava una campanella, utile a richiamare l’attenzione di chi si trovava all’interno dell’edificio. Il bambino veniva quindi preso in carico e cresciuto dall’ordine religioso o dall’ospedale. Questa pratica rimase in vigore per secoli. 

I bambini venivano, a volte, ritrovati con un foglio di carta con il nome dei genitori, o portavano con sé dell’oro oppure dell’argento. Tutto quello che indossavano e qualsiasi segno di riconoscimento veniva annotato in un libro, in modo da rendere più facile il riconoscimento successivo da parte dei genitori, che avessero cambiato idea e rivolessero il proprio bambino.

Con l’evoluzione della società e dei diritti dei bambini, la Ruota degli Esposti divenne sempre più controversa. Nel corso del XIX secolo, in molti paesi europei, tra cui l’Italia, furono emanate leggi per regolare e, in alcuni casi, vietare questa pratica.

L’idea di garantire i diritti dei bambini e il loro benessere portò all’abolizione della Ruota degli Esposti nel 1875, anche se questa rimase in uso almeno fino al 1980.

Dove visitare la Ruota degli Esposti

Ancora oggi è possibile visitare la Ruota degli Esposti, che si trova presso il complesso della SS Annunziata, in via Via Annunziata, 34, nel quartiere Pendino.

E’ possibile prende parte a una visita nei giorni che vanno dal lunedì al sabato, dalle ore 09:00 alle ore 13:30.

Conclusioni

La Ruota degli Esposti è una parte importante della storia di Napoli e di molte altre città europee. Sebbene fosse nata per ragioni sociali ed economiche, con il tempo ha sollevato importanti questioni etiche e legali.

Oggi, questa pratica è scomparsa, sostituita da sistemi di assistenza sociale e protezione dell’infanzia più moderni. Tuttavia, conoscere la storia di queste pratiche passate ci aiuta a comprendere l’evoluzione dei diritti dei bambini e le sfide affrontate nella tutela del loro benessere.