Astroni, Napoli: storia e l’area del parco, nel post a cura di Napoli Fans
Sentiamo spesso parlare degli Astroni, Napoli, ma non tutti sanno cosa sono.
In questo post a cura di Napoli Fans, proveremo a spiegare cosa sono gli Astroni, le origini e la riserva naturale del suo cratere, divenuto oggi il “Parco degli Astroni”.
Iniziamo con il dire che sul significato del termine Astroni esistono diverse ipotesi: la prima è che il termine deriverebbe dalla parola Sturnis, per l’abbondante presenza di stormi di aironi nell’area; per una seconda invece Astroni deriverebbe da Sterope, un ciclope che, secondo la mitologia, viveva in quest’area; per una terza Astroni nasce dal termine Strioni o stregoni che, stando ad alcune credenze popolari dell’epoca, realizzavano nel cratere i loro riti magici.
La storia degli Astroni
Alcuni antichi documenti, che raccontano il percorso storico degli Astroni, riportano il loro utilizzo come bagni termali, in cui nel 1217 si recò Federico II per farsi curare da una malattia.
La seconda metà del XV secolo vede la trasformazione del cratere degli Astroni in riserva di caccia Reale, per opera di Alfonso I d’Aragona, che popolò il cratere di specie animali di interesse venatorio, come cinghiali, cervi, caprioli e uccelli.
Nel 1721 l’area sospese il suo ruolo di riserva di caccia e fu donata ai Gesuiti, che la tennero fino al 1739, quando fu ceduta a Carlo III di Borbone che la riconvertì in riserva di caccia e la ripopolò nuovamente di selvaggina.
A partire dalla metà del 1800, l’attuale riserva entrò nell’area di gravitazione della città di Napoli e la sua funzione iniziò a mutare radicalmente: dal 1919 al 1970, infatti l’area fu sottoposta ad un forte sfruttamento agricolo, mentre durante la seconda guerra mondiale fu utilizzata come deposito di armi.
Solo nel 1969 il Ministero dell’Agricoltura e Foreste accolse le richieste di un gruppo di attivisti del WWF Italia e riconobbe l’area come Oasi della protezione della fauna stanziale e migratoria, e così l’anno successivo gli Astroni furono acquisiti dalla Regione Campania e nel 1987 il Ministero dell’Ambiente istituì la Riserva Naturale Cratere degli Astroni.
Successivamente nel 1990 venne firmata la convenzione tra il WWF, la Regione Campania, il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dell’Agricoltura e Foreste, attraverso la quale la gestione dell’intera area venne affidata al WWF e due anni dopo l’Oasi fu aperta ufficialmente al pubblico.
Riserva naturale Cratere degli Astroni
Originatosi circa 3.700 anni fa, il Cratere degli Astroni fa parte del campo vulcanico dei Campi Flegrei, un sistema di edifici vulcanici sviluppatisi ad ovest della città di Napoli che ha dato vita alla Riserva naturale Cratere degli Astroni, una riserva naturale statale, tra le più belle che abbiamo nel paese.
Il cratere degli Astroni è uno dei più grandi tra i circa trenta che si trovano nella zona dei Campi Flegrei, è attraversato da sentieri naturali e osservatori per la fauna locale, attrezzati con pannelli esplicativi e bacheche, per un totale di 15 km di percorsi diversificati.
Fino al 2005 è stato sede di un importante centro di recupero per la fauna selvatica.
Il fondo del Cratere degli Astroni presenta alcuni rilievi tra i quali il Colle dell’Imperatore e il Colle della Rotondella, che si sono formati in seguito all’attività eruttiva.
Nel punto più basso del cratere si trovano tre laghetti: Lago Grande, Cofaniello Piccolo e Cofaniello Grande, dove troviamo della vegetazione tipica delle zone lacustri, formata da canne, giunchi e salici.
Sulle acque dei laghi galleggiano liberamente esemplari di Ninfea bianca, accompagnati da piante che amano vivere con “i piedi nell’acqua”, fra cui il Miriofillo e il Ceratofillo.
Cosa visitare al Parco degli Astroni
La riserva naturale degli Astroni è da visitare per una serie di motivi.
Oltre ad una flora meravigliosa, all’interno della Riserva è possibile ritrovare tutta una serie di rari animali. Alcuni esempi possono essere forniti dai mammiferi di dimensioni non eccessivamente grandi, come la Volpe, la quale forse è quella con le dimensioni maggiori, che però non è l’unico predatore presente, essendo accompagnato dalla Faina e dalla Donnola.
Tra i roditori è possibile vedere il Ghiro, il Moscardino ed il Topo quercino, mentre tra gli insettivori ritroviamo il riccio, la talpa ed il mustiolo etrusco.
Tra i rettili e gli anfibi sono abbastanza numerose alcune specie, specialmente quelle che vivono in ambienti umidi come la Biscia d’acqua o Natrice dal collare, il Biacco e il Cervone, mentre nei pressi degli specchi d’acqua vivono la Rana verde e la Rana rossa o agile.
Infine negli ambienti più asciutti vivono abbondanti i Ramarri e le Lucertole campestri.

Insomma presso la Riserva degli Astroni, Napoli, sicuramente le attrazioni non mancano: sta a voi ora programmare quando andare a visitarla!