Napoletani e il gioco: il rituale della bolletta

la bolletta

I napoletani, si sa, sono sempre stati particolarmente superstiziosi e legati a tradizioni molto folcloristiche. Anche una semplice azione può diventare un vero e proprio rituale che si compie sistematicamente, secondo determinati schemi precisi. Uno di questi è quello legato alla bolletta, ovvero alla schedina. Non si parla propriamente della schedina del Totocalcio, ma bensì della scommessa che si effettua di solito la domenica mattina nell’agenzia di scommesse. 

Rapporto napoletani e il gioco

D’altronde, il rapporto tra napoletani e gioco, a prescindere da quale esso fosse, è sempre stato molto stretto. Ci sono tradizioni antichissime che ancora oggi vivono, come quelle del Lotto, dell’interpretazione dei sogni e di eventi che rievocano inevitabilmente la possibilità di una correlazione con dei numeri. E ancora oggi è possibile notare nei vari tabaccai accadimenti correlati ai numeri da poter giocare, per tentare la fortuna. In passato c’era persino chi svolgeva quest’attività come vera e propria professione. 

Il rituale della bolletta è un qualcosa che non è solamente legato all’azione in sé di scommettere, ma a tanto altro. Se per tutti gli italiani il termine bolletta può rievocare qualcosa da dover pagare, come magari la bolletta della luce, per intenderci, per i napoletani è sinonimo di giocare alle scommesse. Si tratta della scommessa sportiva, o per meglio dire calcistica, che viene effettuata di solito nel weekend, principalmente la domenica, nonostante i calendari delle partite siano sempre in mutamento e le giornate siano dilazionate in più giorni. 

Un rito mai tramontato

Nonostante il fatto che negli ultimi anni i calendari delle partite di calcio siano sempre più particolari, frutto di un dilazionamento legato alle esigenze televisive, è rimasto ancora intatto questo rituale magico che permette di riunirsi con amici, di domenica, prima delle partite e soprattutto prima del pranzo domenicale, nella speranza anche di riuscire a guadagnare qualcosa che possa renderci la giornata o magari la settimana migliore. 

Ecco allora che si iniziano le battaglie per cercare di influenzare il pensiero di chi ci sta accanto, per cercare di individuare la cosiddetta “macchia”, cioè la sorpresa di giornata, che fa saltare completamente il banco. Una domenica senza bolletta, a Napoli, non è la stessa cosa. È come una domenica senza ragù o senza il pranzo che ci tiene uniti tutti insieme prima di guardare poi le partite di giornata. 

D’altronde, fino a prima dello scoppio della pandemia, che ha costretto il Governo a chiusure di massa per evitare la diffusione del virus, andare in agenzia di scommesse di domenica mattina significava perdere diverso tempo, non soltanto per decidere le partite su cui scommettere, ma anche e soprattutto per far fronte ad una folla davvero impressionante, tra giovani e anziani. 

È vero sì che ormai il boom dell’online ha fatto sì che sempre meno persone si rechino in agenzia, per dedicarsi direttamente al gioco da casa, ma a Napoli questo rituale è rimasto del tutto intatto e non sembra che sia andato incontro al cambiamento radicale che solo la tecnologia è capace di attuare.