Enrico Caruso: biografia del famoso cantante napoletano

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Enrico Caruso: biografia del cantante napoletano, famoso in tutto il mondo nel post di Napoli Fans

La musica napoletana è famosa in tutto il mondo e in questo post di Napoli Fans vogliamo parlarvi della vita di uno dei cantanti che l’hanno resa tale: Enrico Caruso.

Il cantante napoletano ha cantato durante la sua carriera canzoni napoletane famose, come ad esempio ‘O Sole Mio (scritta da Eduardo Di Capua Giovanni Capurro) e si è esibito sui palcoscenici più importanti, quali ad esempio il Metropolitan di New York.

Enrico Caruso: gli inizi

Enrico Caruso nasceva nella città di Napoli il 25 febbraio 1873 e morì nello stesso luogo di nascita il 2 agosto del 1921.

Marcellino e Anna Baldini, i suoi genitori, contrassero matrimonio in data 21 agosto 1866 a Piedimonte d’Alife (che oggi si chiama Piedimonte Matese) e le condizioni economiche della famiglia non erano delle migliori. Quindi i due genitori ancor prima della nascita di Enrico si recarono a Napoli in cerca di lavoro. Il padre venne assunto nelle officine Meuricroffe, nel ruolo di meccanico.

Enrico nacque invece a Napoli, in via Santi Giovanni e Paolo, al Civico 7, nel quartiere popolare di San Giovanniello, che si trova tra Piazza Ottocalli e Piazza Carlo III.

A dieci anni Enrico Caruso intraprese il mestiere del padre e lo svolgeva presso una fonderia della città partenopea.

Dopo le scuole elementari, il giovane Enrico riuscì a manifestare un’attitudine verso il disegno: note divennero a seguire le sue caricature infatti, tra cui spiccavano quella di Toscanini, di Marconi e di se stesso. Quindi affiancò al lavoro di meccanico quello di disegnatore per diversi committenti.

Il grande Caruso quando lavorava, allietava anche l’ambiente cantando e quindi in breve tempo molti dei suoi compagni di lavoro (e non solo), si resero conto delle eccezionali doti canore di questo giovane artista. E da qui che nasce veramente la carriera di cantante del tenore napoletano.

Enrico Caruso: vita artistica

È da questo fortuito evento che la vita di Caruso iniziò a delinearsi per quella che sarebbe stata successivamente, una delle più grandi voci che non solo Napoli conobbe ma che da questo luogo prese vita. Enrico iniziò così a sviluppare la sua passione per il canto. E lo fece cantando nelle chiese e in diversi altri luoghi in mezzo al popolo, altra ragione responsabile della sua consacrazione nell’Olimpo dei grandi cantanti d’Italia.

Quando cominciò a tenere concerti per festeggiamenti, quali serenate per innamorate, feste da ballo, onomastici, ci si rese conto che almeno inizialmente anche il grande Caruso aveva una voce acerba, tecnicamente non ancora pronta e preparata, oltre che essere impostata in una via di mezzo tra quella di un tenore e di un baritono.

E’ per questo motivo che decise di andare a lezione di musica dal maestro Guglielmo Vergine di Napoli, per migliorare la situazione nella quale si trovava.

Enrico a quel tempo non aveva le risorse economiche per pagare le lezioni di canto e allora giunse ad un compromesso col maestro: decise di versare a quest’ultimo il 25% degli incassi che recepiva dalle recite che tenne nei cinque anni successivi a questo accordo. Tale scelta nascondeva però una scelta errata: il maestro portò nel mondo della lirica Enrico troppo presto, e ciò si tradusse in iniziali insuccessi per il grande Caruso.

A seguire, lo stesso Caruso fece delle scelte diverse, affidandosi ad un altro maestro, tale Vincenzo Lombardi.

La consacrazione di Enrico Caruso nell’olimpo della musica italiana

Praticamente si può dire che la carriera e la giusta piega degli eventi per Caruso iniziarono nel 1895, quando questo grande artista di Napoli divenne protagonista nella città partenopea di opere liriche estremamente popolari, tra le quali figurano:

  • Il Faust;
  • Cavalleria rusticana;
  • Il Rigoletto;
  • La Traviata;
  • La Gioconda;

Due anni dopo scelse di rivolgersi ad altri teatri italiani, tra i quali figurarono il Teatro lirico di Milano, ed è in questo luogo che nel 1898, si esibì nella prima assoluta di Fedora.

Dopo l’Italia, Caruso si esibì in America del Sud, dove nel 1898 cantò a Buenos Aires e dove fu accolto con giubilo da migliaia di italiani immigrati in Argentina, e successivamente in Russia, nello specifico nel 1899 a San Pietroburgo.

Ecco a seguire alcuni eventi della vita di Caruso sintetizzati negli anni successivi:

  • Nel 1900 si esibì  alla Scala di Milano, nell’opera Bohème di Puccini, diretta dal maestro Arturo Toscanini;
  • Nell’anno 1902 iniziò ad incidere dischi e proseguì su questa strada fino al 1920;
  • In data 1920 si esibì al Metropolitan di New York, ottenendo un grandissimo successo, soprattutto tra i tantissimi italiani presenti nella Grande Mela;

Gli ultimi anni e la morte di Caruso

Gli ultimi anni della vita di Enrico Caruso sono complicati, visto il peggiorare della sua salute. Il tutto iniziò dal ritorno da una tournée in America. Non si conoscono bene le cause iniziali del suo malore. Alcuni affermarono che il tenore napoletano fu colpito da una colonna che faceva parte della scenografia durante il Sansone e Dalila.

Successivamente il tenore ebbe una forte emorragia dalla gola. Il 24 dicembre 1920 fece la sua ultima apparizione al Met con Eléazar in La Juive. Da qui gli fu diagnosticata una pleurite infetta e fu operato il 30 dicembre al polmone sinistro.

Trascorse nei mesi successivi la convalescenza a Sorrento. Qui però purtroppo sviluppò un ascesso subfrenico. Fu così trasportato a Napoli, dove venne visto anche da Antonio Cardarelli e Giuseppe Moscati. Fu tutto inutile.

Il 2 agosto del 1921 si spense a Napoli all’età di soli 48 anni.

Il grande tenore lasciò tre figli: Rodolfo ed Enrico Jr., avuti da Ada Giachetti e una figlia, Gloria avuta dalla moglie americana.

E’ tutt’oggi sepolto a Napoli, in una cappella privata nel cimitero di Santa Maria del Pianto in via Nuova del Campo, poco distante dalla tomba di Antonio de Curtis, in arte Totò.

Curiosità: Lucio Dalla chiamò la sua famosa canzone “Caruso” in memoria del cantante perchè durante la sua permanenza a Sorrento e per un fatto fortuito, soggiornò proprio nel medesimo hotel che ospitò il cantante napoletano prima del suo trasferimento a Napoli.

Enrico Caruso: canzoni più famose

Le canzoni napoletane più famose cantate da Enrico Caruso sono le seguenti.

Santa Lucia

Mamma Mia Che Vò Sapé

Core ‘ngrato

Addio Mia Bella Napoli

Vieni sul mar

‘O Sole mio

‘O Sole Mio di Caruso è la canzone che lo fece passare alla storia: la sua interpretazione fu grandiosa e in grado di soffiare una brezza leggera sulle anime di chi l’ascoltasse e divenne in poco tempo (e ancora oggi) uno dei simboli culturali e canore della città di Napoli.

Enrico Caruso: film

Il film più importante su Enrico Caruso fu quello dal titolo: “Enrico Caruso, leggenda di una voce”. Si tratta di un film del 1951 diretto da Giacomo Gentilomo. Il film si concentra sulla biografia di Enrico Caruso.

Tra le curiosità sulla pellicola ve n’è una che non possiamo non portare alla vostra attenzione: nel film la Lollo, ovvero Gina Lollobrigida, venne doppiata da Dhia Cristiani, ma l’attrice prestò anche la voce a Maurizio Di Nardo, il piccolo attore che interpretò Enrico Caruso da bambino, e la voce del canto, del Caruso bambino, è in realtà quella dell’attrice.

Ultima curiosità: una delle più belle interpretazioni della canzone “Turna a Surriento” di Ernesto De Curtis è stata proprio del popolare cantante, che vi riproponiamo qui di seguito:

 

Il post dedicato alla vita del grande Enrico Caruso termina qui. Alla prossima con la musica napoletana di Napoli Fans!